sabato 30 aprile 2016

Gli amanti di Marc Chagall

di Marina Zinzani
(Commento di Angelo Perrone)

(ap) Fantasie popolari, figure volanti, personaggi solitari. Il presente, in Marc Chagall, è sempre trasfigurato in un sogno che richiama le suggestioni della sua infanzia, comunque felice nonostante le tristi condizioni degli ebrei russi, come lui, sotto lo zar. Colori liberi e brillanti accompagnano figure semplici e sinuose, superano i contorni dei corpi e si espandono sulla tela in forme fantastiche.
Le sue opere sono dedicate all’amore e alla gioia di vivere, descrivono un mondo poetico che si nutre di ingenuità ed è ispirato alla fiaba, così profondamente radicata nella tradizione russa.

Desideravo una casa, un luogo caldo ed accogliente in cui tornare la sera.
Desideravo qualcuno a cui raccontare la mia giornata.
Desideravo un grande albero, a Natale, pieno di luci e di regali.
Desideravo una bambina che mi accogliesse buttandomi le braccia al collo. “Il mio papà!”: ecco le sue parole.
Desideravo un luogo di vacanze, ma soprattutto un luogo dell’anima.
Desideravo qualcuno con cui sorridere e capirmi al volo.
Desideravo qualcuno che mi capisse, quando ero triste.
Desideravo un anfratto, un’isola, un minuscolo posto in cui ci fossero briciole di felicità.
Desideravo raggiungere un equilibrio, e lasciarmi alle spalle le cose cattive.
Desideravo avere ali per proteggere i miei cari, ali e scudi, perché il mondo di fuori non ci urtasse, rovinando tutto.


Pensieri di un uomo che torna a casa la sera. Rientra in poche stanze silenziose, in un mondo ben lontano da ciò che aveva desiderato. La vita continua, gli dicono, ci saranno altre storie, altre possibilità. Il tempo passa, e crea quella sottile anestesia che è anche freddezza, a volte freddezza necessaria.
Pensieri di una donna che torna a casa la sera. Ricominciare di nuovo, ricerca di qualcuno, ricominciare quando ci sono ancora le rovine e ogni passo è pesante. Troverai un altro uomo, vedrai, il mondo è pieno di uomini là fuori che ti apprezzerebbero, le dicono. Ma il cuore si sta chiudendo, è freddo, è freddo dentro le ossa, le emozioni sembrano congelate.
Pensieri della dea dell’amore, presenza invisibile che vola in alto nel cielo, battito d’ali di una farfalla, il mondo etereo degli amanti di Chagall. Ha fallito, la dea dell’amore, restano  i volti stanchi di un uomo e una donna che non hanno trovato le parole per incontrarsi, la forza per sorreggersi, la costanza per accettare i momenti grigi, il coraggio per superare le cadute. E’ triste, la dea dell’amore che vola sopra i tetti, la magia di un incontro se n’è andata, restano solo persone avvilite, stanche, sole.
E’ misterioso il suo volto, nessuno la vede, tutti la invocano. Ricordo di qualcosa, calore antico di cui si va alla ricerca. Mille volti, e nessuno. Gli amanti di Chagall volavano tenendosi per mano, e lei guarda, malinconica, quella coppia separata. Vorrebbe scendere e parlare ai loro cuori, parlare con un sogno che sia una premonizione di nuova, futura, gioia.
Ma i passi di tanti sono lenti, pesanti. Pochi volano come gli amanti di Chagall.

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