giovedì 10 settembre 2015

Imparare ad amare

di Laura Bonfigli

“L'unica libertà resta la fuga". Questo verso di Umberto Piersanti, tratto dalla poesia Non avevo i tuoi anni che fa parte della raccolta Nel folto dei sentieri (Marcos y Marcos), centra, pienamente il senso più riposto del racconto di Paolo Brondi Ritorno in Africa (Pagine letterarie, 3/9/15). Molteplici infatti sono i pretesti di fuga per Daniel, protagonista del racconto. Daniel, e forse lui stesso non lo sa, fugge principalmente dal dolore in seguito alla morte della moglie e dal velo di ombra che la morte inevitabilmente distende attorno a sé, ma, per un inconscio senso di colpa, fugge anche da Laura, la donna amata, incarnazione luminosa dell'eros e del principio del piacere.
Daniel fugge sostanzialmente dalla sua inadeguatezza e la distanza che casualmente gli si apre davanti è assolutamente necessaria per poter esorcizzare il fantasma della morte e per poter tornare a vivere la vita come valore positivo.
Le circostanze lo portano in Africa, dove nel suo ruolo di medico si confronta con un mondo diametralmente opposto al suo. Qui, per la prima volta, comprende che vivere tra gli altri non è uguale a vivere con gli altri e per gli altri. Qui impara a percepire la pienezza del tempo quando è colmo di progetti e di aspettative. Qui impara a condividere il dolore, l'attesa e la speranza insieme a creature indifese e sofferenti. E la speranza è una forza così pervasiva che, tornato a Roma, al termine di questa sua missione umanitaria in Mozambico per incarico dell'Unicef, pensa di poter ritrovare intatte tutte le corrispondenze lasciate momentaneamente sospese.
Riaffiora prepotente il desiderio di Laura e del resto il desiderio, nella sua matrice etimologica (dal latino desiderium), significa rimpianto di un qualcosa che è legato all'assenza ed è sempre "un movimento verso un punto di perdita" come suggerisce il filosofo Umberto Galimberti. Per questo Daniel spera e desidera che Laura sia là dove l'ha lasciata nel momento del brusco distacco. Ma anche Laura, in seguito all'improvvisa e misteriosa partenza di Daniel, ha subìto la sua perdita e ha dovuto rielaborare il lutto. Laura vive ora un tempo nuovo ed una vita nuova; non è più sola, ma soprattutto si è ripresa quella parte di sé che Daniel aveva ferito ed umiliato, ha imparato a non contrastare più il suo mare in tempesta perché, come scrive in un frettoloso fax a Daniel, "il vento non dipende da me. Galleggiare sulle onde sì": forse solo ora sta imparando ad amare.
A Daniel non resta che il ritorno in Africa: la rinnovata distanza ed il distacco, ormai pienamente consapevole nel rispetto della scelta dell' altro, trasformano quella che apparentemente è una sconfitta personale in un più alto dono di sé. L' amore per Laura, percepita fino a questo momento, se non come una creatura unica, sicuramente come una creatura speciale, si risolve nell'amore più ampio e dilatato per tutte le creature umane più deboli e bisognose e diventa per il protagonista una rara occasione di rinascita e di rinnovamento, perché, come dice Pablo Neruda "E' per nascere che siamo nati", e come aggiunge Umberto Piersanti "La sorgente sta dovunque oppure in nessun luogo" (Incontro Nel folto dei sentieri).

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