martedì 14 aprile 2015

Le ragioni del bene e del male

di Laura Bonfigli

Possibile "oltre le ombre" cogliere un frammento di verità? O "la verità è un'illusione di cui si è dimenticata la natura illusoria", come afferma Nietzsche? Questo si chiede l'autore Paolo Brondi in questo breve racconto sceneggiato (Oltre le ombre, Pagine Letterarie, 6/4/15), apparentemente ingenuo, in realtà capace di risolvere in forma chiastica l'eterna contrapposizione manichea tra bene e male.
Il giovane avvocato Silvì che difende lo studente lavoratore Andrea Turrisi, selvaggiamente ucciso da cinque neofascisti sanbabilini, incarna le ragioni del bene in conflitto con la negatività del male. Ma anche il male segue una sua logica, seppur perversa, e, in questo caso, sta a Luisa Bianchi, collega ed amica di Silvì, felicemente ritrovata nelle aule del tribunale, ricercarne le cause e motivarle in modo efficace e convincente.
Entrambi, pertanto, si prefiggono di affermare la giustizia perché "ogni persona possiede una inviolabilità fondata sulla giustizia, su cui neppure il benessere della società nel suo complesso può prevalere" come afferma John Rawls. Per questo, se il male non può e non deve sfuggire alla giustizia, perché essa sia veramente tale occorre che le ragioni del bene e del male si risolvano in una sintesi superiore: l’equità.
Alla fine del processo, infatti, solo il risultato di un giudizio equo consente ai due giovani, Silvì e Luisa, di nuovo uniti, di procedere radiosi e leggeri nel sole. E questa condizione di levità, che non è leggerezza o superficialità, come ben sottolinea l'autore, è possibile solo se ci si abbandona con animo sereno e non offuscato da ombre, al fluire dell'esistenza, ovvero al divenire in cui chiasticamente, ancora una volta "attimo ed eternità si confondono, e dolore e felicità sono inesorabilmente incatenati ed intrecciati".

Nessun commento:

Posta un commento