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Visualizzazione dei post da novembre, 2016

Restituzione, il modo di parlare dei diritti

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di Marina Zinzani (Commento a “Liberi ed eguali”, PL, 29.11.16) Restituzione. Significato della parola restituzione. Si usa per definire qualcosa che deve essere ridato, perché ricevuto, prestato, o preso. Soffermandoci su quest’ultima parola, preso, prendere, e sull’altra, restituire, e inserendone una terza, diritti, si potrebbe scrivere la maggior parte della storia dell’umanità: la restituzione di diritti presi.

Non perdersi nel dolore

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di Paolo Brondi Addentrarsi nel territorio inquietante della sofferenza esistenziale significa comprendere che il soffrire non è mai un'esperienza unicamente individuale, riguarda tutti, nel gioco della solidarietà che dovremmo sempre perseguire, e, per il senso che l’esistenza ha sempre, anche quando è pregna di dolore e comprende pure la morte. Solo così il dolore diventa comunicabile, oltre il muro di solitudine in cui è rinserrato chi soffre o quello difensivo o indifferente di tutti gli altri e si rende produttivo di nuove possibilità, di un nuovo sapere.

Sulla via della seta

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di Marina Zinzani Il filo di seta è fragile quasi invisibile crea tessuti pregiati foulard da mettere al collo bellezza fine e ricercata. Le impressioni di ogni giorno sono eteree sfumature di momenti creano rapporti come calde sciarpe da mettere al collo l’amicizia, l’amore, l’umanità condivisa.

Rammento i miei vent'anni

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di Giovanna Vannini (Noi, e il dopo: tra ricordi della fanciullezza, malanni del presente, e quel pizzico di nostalgia) Quando me ne andrò non lascerò un vuoto ma un pieno con diversi vuoti. Quando me ne andrò sentirò la leggerezza dell’assenza del non fatto. Quando me ne andrò sarà presto per dire che avevo finito di fare e tardi per quel tanto da fare che mi restava. Quando me ne andrò sarò il mio intero che va, verso una luce lontana, un camminamento per persona sola, un dove da arrivarci piano, da fermarsi per raggiunta meta. Quando me ne andrò rammenterò stazioni di paesi visti solo in cartolina, binari con vagoni su cui non sono salito, fermate di tram imboscate, biciclette regalate per età in crescita, pattini a rotelle per quella pista della mia fanciullezza.

Rinascita, ogni giorno

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di Marina Zinzani Le parole che feriscono sono lame sottili, piccole incisioni nella pelle che possono dissanguare. La strada dell’amore si confonde con la strada dell’odio, il percorso diventa accidentato e buio. Alza la testa, piccola donna triste, sopraffatta in silenzio fra quattro mura, l’amore era un fantasma e grandi mani ti hanno stretto, fatto male, una voce sgradevole ti ha offeso. Ritrova la strada, piccola donna triste. Perché ogni giorno può essere una rinascita.

Come foglia

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di Paolo Brondi Te ne vai nel tempo sotto sole e   lune Ma senza me Forse ti incontrerò In una luce nuova Luce del silenzio e niente senza noi soli Io vento e tu foglia

Uomini, a Pompei

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di Marina Zinzani (ap) A bocca aperta, si rimane guardando tanti corpi di uomini, donne, bambini, pietrificati nel tempo, a Pompei, dopo che il Vesuvio inghiottì per sempre le loro vite. Chi erano quelle persone? I loro nomi? Quando sopraggiunse la morte? Intrappolati dall’eruzione del 79 d.C., sorpresi nel sonno o nei piccoli gesti quotidiani, racchiusi nel terrore di istanti senza fine, prima di essere sommersi da una valanga di fango.

Il mondo che celebra la cucina italiana

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Viaggio in Sicilia: Festìna lente

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Racconto di Valeria Giovannini (ap) Il motto “Festìna lente” – Affrettati lentamente –, attribuito ad Augusto da Svetonio, fu associato nel ‘500 al simbolo della tartaruga con la vela, scelto da Cosimo I dei Medici come emblema della sua flotta. Unisce concetti divergenti, la lentezza e la velocità, ad indicare un’azione decisa, ma prudente. Una metafora che è anche il motivo conduttore di questo racconto di Valeria Giovannini, inserito nella raccolta “Oltre ogni lontano”, Trentini Editore, 2016. Un viaggio in Sicilia per studio è l’occasione di incontri inaspettati e sorprendenti, nei quali si rispecchiano il malessere personale del protagonista, i brividi di nuove emozioni, la sensazione di un tempo difficile da afferrare. Atterrare a Palermo, in una giornata tersa e inondata di sole, è un’emozione: pare che l’aereo plani direttamente sul mare.  Sono le due di pomeriggio di una domenica di giugno e, quando si spalanca il portellone anteriore, mi sembra di essere in una...

Leggendo "ll piccolo principe"

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“A me resta il colore del grano” (Antoine De Saint-Exupéry) ( Angelo Perrone ) I grandi sono stati bambini almeno una volta, poi lo hanno dimenticato. Così, quando vedono un disegno a forma di cappello, pensano di aver visto un cappello e non un boa che ha inghiottito l’elefante. Dovrebbero augurarsi di avere un guasto al motore mentre sono a bordo di un aereo di linea per atterrare fortunosamente, in un deserto come quello del Sahara, e iniziare un nuovo viaggio.

La cura dell'arte

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In giardino

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di Marina Zinzani (Ascoltando In the Garden di Elvis Presley) Sono spuntati dei fiori, potremmo raccoglierli. Certo, poi sfioriranno, ma avranno allietato una stanza, non credi? Ho visto una coccinella, porta fortuna, dicono. Magari accadrà qualcosa di bello. Lo senti il profumo dell’erba bagnata? Pensieri delicati, durante una passeggiata in giardino, dopo la pioggia.

Italo Calvino, in punta di penna

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di Paolo Brondi (Commento di Angelo Perrone) (ap) Una raccolta di saggi sulla letteratura in generale e su alcune opere in particolare. Un inventario di pensieri incendiari e abbaglianti sui classici e sui misteri della “macchina letteraria”. Italo Calvino si pone alla ricerca della connessione intima tra la scrittura e i mille livelli della realtà, dalla politica alla scienza, dalla filosofia al mondo fantastico. Il linguaggio ha significati sorprendenti, si protende sull’orlo di un dirupo, quello dell’inatteso e dell’indicibile, che ne costituisce, forse, la meta più attesa e ambiziosa. In La machine littèrature di Italo Calvino (E d. Pierre Vives, 1984 ), è la copertina che subito s’impone per una significativa immagine del destino dello scrittore e non solo.

Cateratte Ximeniane, il cuore per un luogo

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Bataclan, un anno dopo

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di Marina Zinzani Luci che si riaccendono, si torna a cantare, a suonare. Bisogna farlo, è necessario farlo. E’ la continuità delle cose. Difficile ripensarci. Persone come numeri, tanti, e la follia. Tante persone e l’orrore. Sarà bella Parigi oggi. La vita la senti,   lungo i boulevard, fra i cartelloni del cinema, guardando i negozi, incontrando chi vende fiori, sentendo l’odore pungente di qualche ristorante marocchino lungo la strada.

Colpo al cuore

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Racconto di Paolo Brondi Quello era uno di quei giorni in cui il maestrale, forte agitando le fronde, annunciava l’inverno. Giulio, all’alba, era già sulla spiaggia dove, di solito, cullandosi nel vento e nel sapore del mare, scioglieva i suoi affanni e ogni più pesante pensiero.

Hillary, e le sconfitte degli altri

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di Marina Zinzani Ho 58 anni. La mia ditta ha chiuso da tempo. A nessuno interessa un carpentiere avanti con l’età. Potrebbe ammalarsi di più, cadere da un’impalcatura, a nessuno piace tutto quello che sa di vecchio. Ho 65 anni, fra poco andrò in pensione. Finalmente.

Si perse nella nebbia

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di Giovanna Vannini Sorpresa dalla luce, in posa per lui. Sapeva benissimo che non per bellezza l’aveva scelta, ma per come il suo ovale portava il cappello, modello nuovo appena giunto da Parigi da far pubblicizzare nell’ambiente. Piccoli gli occhi, dalle ciglia inesistenti, grandi i denti in bocca, rossi i capelli. Avrebbe faticato a maritarsi, se non fosse stato per la notevole dote lasciatale dal padre. Moglie di facciata, immolata al continuo ripetuto tradimento, augurandosi almeno di esser buona a dare eredi. Quando tornò da lui a rivedersi nella tela finita, lesse tutto questo. Pagò la sua immagine dipinta, salì in carrozza, si perse nella nebbia.

Emilie, il suo diario

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di Marina Zinzani (Suicida per i bulli a scuola, il diario di Emilie pubblicato dai genitori) “A chi subisce la vita. A chi lotta. Resistete. Battetevi. Alla fine ce la caveremo”. E’ l’inizio di un diario. Non un diario di un soldato al fronte. Non le pagine di un malato con una malattia da cui forse non ne uscirà vivo.

Tra poco ti vedrò

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di Marina Zinzani (Pensieri di un padre ad un figlio che sta per nascere) Vorrei parlarti del mondo, figlio mio, degli uccellini che crescono nel nido e che un giorno si leveranno, e voleranno da soli. Vorrei parlarti dei loro viaggi, del sole e delle nuvole, dei temporali, del cielo che sa essere grigio e minaccioso, e di magnifici giorni di primavera, in cui senti una gioia misteriosa e non sai perché.

Caro maestro, le chiedo molto

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di Abraham Lincoln (Commento di Angelo Perrone) (ap) Non c'è solo la politica lontana dalla gente, né solo la sua mistificazione ad opera di manipolatori. Sarebbe di per sé nobile ed utile arte, la politica; quando fosse davvero a servizio dei cittadini. In America, si avvicina un giorno decisivo, da cui dipendono le sorti di quel paese, ma anche, in grande misura, quelle del mondo intero. La fiducia nella capacità di un’antica democrazia di selezionare le migliori soluzioni possibili traballa vistosamente e sembra trovare un’angosciante smentita nella contesa che porterà all’elezione del nuovo presidente.

Vita in lettere, a Milano

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Sentirti, nella nebbia

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di Paolo B rondi In questa nebbia domenicale Che a pezzi farei per capirla Berla, domandarle di te Percorro sentieri senza nome né luci, né parole Ma, ti vedo fremente Ti sento sorridere Mentre la musica sugge Il miele del nostro esistere E illude il tempo che fugge

Edvard Munch, l’urlo che ci angoscia

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di Marina Zinzani (Commento di Angelo Perrone) (ap) “L’urlo", il dipinto ad olio realizzato ad Oslo da Edvard Munch, è uno dei più famosi dipinti dell’espressionismo del ‘900. In primo piano compare una persona che grida; è simbolo di angoscia, paura, forse smarrimento. Tutta la vita del pittore norvegese ne fu segnata. Molte le interpretazioni che ne sono state date. La visione di un tramonto rosso bastò a suscitare quel senso di disperazione? Fu così devastante sentirsi piccolo nell’universo? «Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all'improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto ad una palizzata.

L’annata che verrà

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di Giovanna Vannini Credo che sia giornata per tornare a dirsi qualcosa. Ci son raggi in cielo, scaldano ancora, gialleggiano l’aria. Freschezza mattutina, rimasuglio della notte appena passata. Chi l’ha dormita se l’è bevuta di un fiato, chi l’ha vegliata tra un rintocco e l’altro, come macigno, tutta la tiene in testa. Nelle campagne vendemmia!

Scrittore, chi è?

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di Gianantonio Tassinari Sono quello che fabbrica i sogni che fa sentire qualcuno chi è nessuno. Sono l’amico di tutti. Sono quello che passa per strada e che tu nemmeno conosci. Quello che sempre sa parlare al tuo cuore.

Esposti al vento, sulla collina

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Il paese di Sassi in Garfagnana (L’immagine che accompagna Pagine Letterarie riprende dall’alto l’abitato di Sassi in Garfagnana: è un piccolo sentiero quello che collega le case del paese alla sua Rocca, un antico possedimento lucchese e poi estense, a circa 700 metri di altezza. Il luogo suscita emozioni, ricordi, fantasie) (ap) Amo questi passi in salita, sino alla Rocca di Sassi che, dopo secoli, è ancora circondata dai resti di un recinto murario intorno alla chiesa di San Frediano e alla torre. Lassù, uno spazio ristretto raccoglie ora un piccolo cimitero, famiglie intere, spesso con lo stesso cognome. Esco di casa, percorro una strada tortuosa di montagna nel comune di Molazzana in Garfagnana, e lascio l’auto all’ingresso del paese; conta 166 abitanti, equamente distribuiti tra maschi e femmine: 5 di loro sono stranieri che tempo addietro hanno avuto l’idea di fermarsi qui.

Buddha e l'anguilla

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di Paolo Brondi Tener dietro a tutto ciò che sta accadendo di giorno in giorno, a tutti quei segni che strutturano la nostra quotidianità, recando significati di difficile decifrazione, è come afferrare un’anguilla: invano si cerca di tenerla stretta, scivola via lasciando sul palmo solo il suo gelatinoso fruscio. Parrebbe quindi di non poter superare l’amarezza di Montale:

La casa di San Benedetto a Norcia

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Lievi sussurri, lassù

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di Marina Zinzani C’è un luogo, in cima ad una collina. L’aria è fresca, pungente in certi giorni. Riposano dei corpi, riposa ciò che resta, ci sono foto, nomi, date. Un piccolo cimitero in cima ad una collina.  Sguardo sulla valle sottostante. Pensieri rarefatti. Silenzio. Il canto di qualche uccello, le foglie calpestate sotto i piedi, l’autunno.

Ho incontrato mio figlio

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