domenica 12 aprile 2015

Virtù civili

(ap) Non solo Milano, ma il paese intero ha saputo riscoprire le virtù civili del silenzio, dello sgomento, della riprovazione e della solidarietà. Facendo proprie le parole di una madre di fronte all’assassinio del figlio, colpevole di non essere stato nella professione di avvocato una marionetta alla mercé del singolo, e di essersi fatto guidare solo dalla sua testa.

Non era mai successo in un tribunale, si dice. Dimentichi di quanto accaduto negli ultimi tempi in diverse sedi giudiziarie: giudici minacciati, parti aggredite, vittime oltraggiate. Una amnesia colpevole, mentre tensioni individuali, frustrazioni, attese e lungaggini si scaricano sulla fragile cittadella della giustizia. Che non è e non vuole sentirsi assediata. Ma che è fragile ogni giorno di più, martoriata dagli tagli, dalle mancanze di risorse, e ancor più dalla cavalcata dei poteri e dalla tracotanza dei singoli, attenti al proprio tornaconto personale e insofferenti verso le regole e la pratica della buona giustizia.
I fiori lasciati da mani ignote davanti alla stanza di quel giudice stanno ad indicare che forse è possibile fermare il declino, prendere coscienza del baratro, non farsi travolgere dall’indifferenza. Tornare ad apprezzare il rispetto della legalità, non lasciando soli gli uomini che lavorano per essa.

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