Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2023

Cammino

Immagine
di Maria Cristina Capitoni Fu quella voce sottile a riportarti indietro sul sentiero maestro distante un secolo dalla tua volontà  non era prova d’intelligenza  quel cammino ma solo disubbidienza che ti portò altrove  dall’altra parte del cuore.

Donna in riva al fiume, una piccola oasi

Immagine
di Marina Zinzani È tutto un lento morire, muoiono le foglie, gli alberi passano l’inverno in solitudine. Se ne vanno le persone, scompaiono. La malinconia prende il sopravvento, ci si convive, si cambia lentamente. Come ci si salva, si chiede Setsuko in riva al fiume. Come si può non essere parte di questa corrente, non essere acqua che va in una sola direzione? Le persone si riempiono di oggetti per colmare ansie e vuoti, si perde la fiducia negli altri. Che giornata è oggi? Pessimismo nero?

Senza giostra

Immagine
di Maria Cristina Capitoni Dalla tua altezza  ho misurato il vuoto intorno  immenso  profondo anni ed anni di reciproca dedizione guardare avanti  verso un’unica direzione ignorando quella giostra che faceva girare il mondo  e la testa.

Donna in riva al fiume, il pensiero che contagia le cose

Immagine
Il post in ricordo di Giulia Cecchettin di Marina Zinzani Non esiste nulla che possa cambiare. Arrendersi prima di agire. Lasciare spazio al disincanto. Essere convinti che le proprie forze non bastino. Nulla cambia. Un cuore arido rimane tale. Un atteggiamento crudele rimane tale. La regola del più forte, la sua sopraffazione rimangono tali. Lasciarsi andare. Perdersi. Cancellarsi.

Indi Gregory, la bambina di tutti

Immagine
La morte di Indi Gregory, la bimba gravemente malata, interroga le coscienze ( Il testo completo su Critica liberale, 20 novembre 2023 ) (Angelo Perrone) Indi Gregory era una bambina inglese di 8 mesi, affetta da una malattia rara e molto grave. È morta nella notte tra il 12 e il 13 novembre dopo che le sono stati staccati i supporti vitali. C’è stata richiesta dei medici per l’interruzione del trattamento e la magistratura ha dato l’autorizzazione, nonostante il parere contrario della famiglia.

Un pensiero per Giulia

Immagine
Giulia Cecchettin di Cristina Podestà Fa più male questa volta. Fa malissimo. Chissà. Forse l’età, forse quella mamma mancata da poco, forse i pochi anni di entrambi.  Forse la laurea con i fiocchi rossi al cancello, forse quel padre buono e rassegnato.  Fa malissimo.  Un dolore sordo penetra nelle viscere e Giulia improvvisamente diventa tua figlia, tua sorella, la migliore amica.  Non può ogni storia finire così.

Donna in riva al fiume, la trascuratezza

Immagine
di Marina Zinzani Si può trascurare un corpo, non considerando se il fumo può fargli male, o se l’alcol è eccessivo, se la quantità di cibo è troppa o troppo poca, se il cibo stesso è quello giusto. C’è un senso di colpa sottile in questi comportamenti che condannano il corpo a dei rischi, a delle malattie, ad un decadimento precoce. Eppure le informazioni non mancano, ogni giorno siamo bersagliati da notizie su cosa ci fa bene e cosa no, è un lento ascoltare, è spesso un lento evitare di applicare le cose buone ascoltate.

Per Giulia Cecchettin: l'eco profetica di Alda Merini nel "Canto delle donne"

Immagine
(Alda Merini – TESTO, “CANTO DELLE DONNE”, 1988) ▪️ Io canto le Donne prevaricate dai bruti la loro sana bellezza, la loro ‘non follia’ il canto di Giulia io canto riversa su un letto la cantilena dei Salmi, delle anime ‘mangiate’ il canto di Giulia aperto portava catene pesanti la folgore di un codice umano disapprovato da Dio. Canto quei pugni orrendi dati sui bianchi cristalli il livido delle cosce, pugni in età adolescente la pudicizia del grembo nudato per bramosia. (a.p. – COMMENTO) ▪️ L'eco profetica di Merini è agghiacciante: il nome "Giulia" in questi versi, affiancato alle donne prevaricate e a Vita Bello, risuona oggi come un dolore archetipico. Merini non denuncia un singolo orrore, ma il "codice umano" brutale che divora la "sana bellezza" femminile. La poesia si fa qui preghiera, grido per le "anime mangiate" e unica sentinella di lucidità contro la violenza impunita, ovunque essa si manifesti. (Foto 1. L'immagine di Gi...

Mutamenti

Immagine
di Maria Cristina Capitoni Hai parlato col mio volto  preferito annunciando il cambiamento  hai gioito al mio gioire mutando la mia parte di Dio ecco perché ovunque tu fossi c’ero anch’io.

La sciarpa

Immagine
di Cristina Podestà La donna aveva freddo. Aprì l’armadio per cercare qualcosa da mettere al collo in tinta con il suo cappotto: non ne trovava! Aveva una quantità di foulards, sciarpe, colli in pelliccia che si perdeva nella ricerca.  In tre minuti il suo letto era completamente in disordine e si era formata una montagna di accessori che avrebbe potuto far invidia ad un negozio ben fornito.  Lei sbuffava ed era visibilmente alterata: stava mettendo a soqquadro la sua camera, il suo armadio e il letto; erano tutte cose stirate o meglio, prima di adesso erano stirate! Ora c’era un’accozzaglia di colori mescolati e lei stava perdendo troppo tempo.

Donna in riva al fiume, la camminata

Immagine
di Marina Zinzani Camminare fa bene, lo dicono tutti, è gran cosa il muoversi, il movimento, il prendere in considerazione il nostro corpo e le sue esigenze. La camminata presuppone silenzio, o una musica gradevole all’orecchio, camminata in mezzo agli alberi, in riva al mare, o in una strada piena di vita in cui le vetrine attirano l’attenzione. La camminata a passo veloce per dimagrire, per migliorare il metabolismo, per sentirsi di nuovo in forma.

Il male dell'antisemitismo

Immagine
La tendenza ad individuare nell’ebreo l’origine del male ( Il testo completo su Critica liberale 6 novembre 2023 ) (Angelo Perrone) Dal giorno dell’assalto terroristico di Hamas in Israele, il 7 ottobre scorso, siamo stati trascinati in un vortice. La terra, ritenuta “santa” da tutte le religioni monoteistiche, è insanguinata, violata, offesa. È tradita in primo luogo da coloro che dovrebbero amarla e averne cura.

Un raggio di sole

Immagine
di Cristina Podestà Chissà se da cose brutte può nascere qualcosa di buono. Basterebbe non fermarsi alla soglia delle apparenze. Basterebbe una volta almeno riconoscere i propri limiti, vedere il sorriso nelle crepe del buio; avere la disponibilità d’animo a capire gli errori e attuare la volontà di correggerli sapendo comprendere l’umiltà.  Nessuno è perfetto dunque tutti si sbaglia; ma anche dentro uno smisurato silenzio o il caos di mitraglia, oltre a lacrime amare potremmo trovare un raggio di sole per poter tornare indietro, verso la pace. 

Favole tra noi

Immagine
di Maria Cristina Capitoni Non è qui che devi cercare  e non è cercare quel che devi fare ma nasconderti per non farti trovare dal guardiano dei pensieri  e delle regole  che ci fa prigionieri  in un mondo di favole.

Donna in riva al fiume, oltre la scadenza

Immagine
di Marina Zinzani La parola scadenza perseguita gli uomini. È assillo, incrocio di esigenze con i doveri, con le regole, è uno di quegli aspetti che incutono tensione. La scadenza è un tema ricorrente dalla nascita, si convive con questa parola. Ha scadenza un prodotto, che poi potrebbe risultare avariato. Ha scadenza una pratica, un pagamento, oltre possibilmente non si va, meglio non rischiare. La cosa più triste, pensa Setsuko in riva al fiume, è che questa parola diventa emblema della vita umana. Un corpo ha una specie di scadenza, è una realtà che annichilisce, quando si pensa a quelli che sono andati via, da qualche parte, perché il loro corpo si è ammalato.

Donna in riva al fiume, l'arte di non fotografare

Immagine
di Marina Zinzani Abbiamo tempo, c’è tempo, è un momento di sospensione. È un momento tanto atteso, tappa di un viaggio. Un’emozione improvvisa. Un’emozione immaginata, quando sarebbe apparsa quell’opera d’arte. O quel luogo incantato, regalo della natura e impreziosito dagli uomini. Un’emozione condivisa, un tramonto, un punto fermo che appaiono in quel momento una briciola di felicità.

Senza rumore

Immagine
di Maria Cristina Capitoni Riconosco  ed accetto il mio posto  non devo cercare altrove ma solo stare senza far rumore il buio separa i ricordi da adesso la luce distingue la fonte  dal riflesso.

Donna in riva al fiume, quello che cambia

Immagine
di Marina Zinzani Quello che cambia non è solo un volto, un corpo, un insieme di relazioni, quello che cambia è anche il modo di percepire le cose. Arriva il disincanto, si attenuano le aspettative, si ritiene di avere visto molto, che quelle persone incontrate, portatrici di storie, esperienze, siano gli incontri definitivi di una vita. Quello che cambia è a livello interiore, e se lo scenario appare dolente, confuso, portatore di poche novità, è anche vero che bisogna cercare dal profondo la spinta per rendere diverse le cose. Accettare, accettarsi. L’imperfezione come compagna di tutti. Il navigare a vista.