sabato 27 giugno 2015

A casa dei filosofi

(ap) Un accesso attraverso due colonne. Sulla parete di fondo, sette nicchie forse costruite per ospitare le statue di altrettanti saggi, per ricordare personaggi della famiglia imperiale, oppure destinate a contenere scaffali di preziosi manoscritti.
La Sala dei filosofi a Villa Adriana (Tivoli) conserva intatto il suo mistero. Contigua al Pecile (il portico che delimitava un grande giardino con piscina) e al Teatro marittimo (una villa in miniatura in cui gli spazi erano ripartiti sapientemente per soddisfare tutte le esigenze dell’imperatore), è un complesso di meraviglie.




Risalta maestosa tra edifici residenziali, terme, giardini, che si alternano nel sito secondo una distribuzione del tutto inusuale, in sintonia con la personalità versatile di Adriano. L’imperatore, amante dell’architettura, che curò personalmente la costruzione di questa grandiosa residenza fuori le mura di Roma, in un terreno verde e ricco di acque. E’ una sala con un esteso utilizzo del porfido per adornare il pavimento e le pareti, e con ampie lastre di marmo, oggi solo immaginabili con la fantasia in base ai fori lasciati dalle originarie grappe di sostegno. Con un soffitto probabilmente a cassettoni.
La mente spazia liberamente in questo luogo. Intravede l’attesa paziente di ospiti di riguardo dell’imperatore, il pensoso cammino di studiosi, la consultazione di pergamene conservate con cura, l’intreccio fervido di dibattiti sui temi dell’anima.

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