giovedì 5 maggio 2016

Io, che credevo alle favole

di Marina Zinzani
(Violenza sulle donne. Dedicato a…. una lunga lista di nomi, volti sorridenti, amore e violenza, fino a morirne)

Le parole che si conficcano nella carne, fino a marcire parti di me, fino a cambiare il colore delle cose, fino a seccare i fiori, a bruciare l’erba, a togliere il respiro. Non respiro. Uomo che offende, umilia, ferisce. Mi sentivo un animale ferito.
Uomo che eri qui, in questa foto, te lo ricordi il giorno del nostro matrimonio? Sembravo una principessa, il vestito da sposa come nelle favole,  tu sembravi il mio principe, e io stavo toccando il cielo con un dito. 
Carne marcia, tumefatta, carne putrida, ogni giorno mi hai staccato un pezzo di carne viva, ogni giorno una tua parola era sentenza di quanto ero sbagliata, una nullità. Volevi dominarmi e spegnermi. Ci sei riuscito. Principessa, lo ricordo il mio giorno da principessa. Volo sulle nuvole, ora, io che credevo alle favole.

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