domenica 22 maggio 2016

Dante, pop star

(ap) Pisa, a distanza di 700 anni dalla morte, celebra Dante, che pure non aveva mancato di invocarne la distruzione apocalittica. Era la “città vituperio de le genti/ del bel paese là dove ‘l sì suona”, secondo la famosa invettiva legata all’episodio del conte Ugolino, raccontato nel XXXIII canto dell’Inferno, cioè dell’uomo assurto, nelle parole del poeta, a simbolo del martirio guelfo per mano ghibellina. Infamia cancellata dunque? Invettiva perdonata dopo tanto tempo?
Dante nel posticipo dell’anniversario della sua nascita (1265) regala oggi un ciclo di manifestazioni, nelle quali sono assenti lo stile accademico, lo spirito meramente divulgativo, il risveglio faticoso della memoria scolastica. Ed è invece presente un approccio innovativo destinato a coinvolgere nei modi e nei contenuti il grande pubblico. Incontri, mostre, installazioni, letture, passeggiate, film, anche in luoghi impensabili. Una moderna kermesse alla ricerca delle risonanze attuali della sua opera su più versanti. Dante e i poeti. Dante e i critici. Dante e i media.
Beatrice incontra Dante ad una festa di matrimonio
e gli nega il saluto
(Dante Gabriel Rossetti, 1828-1882)
La rassegna punta a capire quanto e in che modo Dante abbia permeato l’immaginario culturale contemporaneo. Già, quanto Dante c’è in quel disegno, in quel progetto grafico, nella scrittura letteraria e teatrale di oggi? Non è una prospettiva illusoria. Il discorso su Dante è diventato assai diffuso entrando nel circuito della comunicazione a più livelli (dalla pubblicità al cinema, alla narrativa) e non solo per merito delle letture pubbliche (da Sermonti a Benigni) che pure hanno molto contribuito ad allargare il cerchio delle elite cui i suoi versi erano confinati.
Dante è oggi negli scheletri narrativi di molti romanzi che riprendono l’alternanza prosa-poesia della Vita nova, nell’ispirazione tragica degli scrittori visionari che confezionano triller, nello stile degli autori che scelgono l’archetipo stilistico della commedia. Dante percorre il tempo moderno per la sua capacità di suscitare ancora, tra i grandi, questa sensibilità e capacità inventiva. Forse perché la Commedia non è solo un grande poema teologico, ma un’opera intrisa dell’attualità vissuta dal poeta, in cui egli riversa tutti i suoi rancori, le sue inquietudini, le sue passioni, le sue idee, le sue speranze, gli avvenimenti appena vissuti. Un racconto che si nutre delle emozioni vissute ogni giorno e che proviene non da chi giudica dall’alto, ma da chi partecipa alla lotta e alla vita. Forse di Dante rimane oggi tutto quello che è immaginabile e che abita nell’inconscio dell’uomo.

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