🎨 L'attesa di Felice Casorati: il tempo sospeso e la speranza
(Introduzione a Marina Zinzani e ad a.p.). Il ciclo poetico di Marina Zinzani evoca la solitudine del nido vuoto e l'inquietudine di chi cerca un segno. Questa tensione tra il desiderio di pienezza e l'isolamento trova un riflesso pittorico intenso nell'opera di Felice Casorati, "L'Attesa" (1918). Il quadro, austero e metafisico, non dipinge solo uno stallo, ma la membrana sottile e vibrante che separa la paura dalla speranza.
📝 La casa vuota: tra nido svuotato e silenzio sacro
(Marina Zinzani - POESIA) ▪️
Casa vuota, e attesa.
Attesa di un figlio, cambiato dalla sua nuova vita, si è sposato. Io sono la madre, mi sento improvvisamente sola, la sindrome del nido vuoto, forse.
Casa vuota e attesa.
Attesa che lui torni, il suo cuore torni, il suo cuore è altrove, lo sento. Sento l’amarezza e l’inquietudine dei suoi silenzi, qui in casa.
Casa vuota e attesa.
Attesa di un segno, che Dio torni a parlarmi, io, con la mia tunica da prete, e il silenzio che è calato su ogni mio giorno.
Casa vuota e attesa.
Attesa di riprendere il cammino, attesa di un sorriso che spazzi via tutto, più forte di ogni altra cosa.
🖼️ L'attesa di Casorati: geometria dell'inquietudine
(a.p. – COMMENTO) ▪️ Le palpebre socchiuse, il viso reclinato, le braccia conserte. La donna, dipinta da Felice Casorati ne L’attesa (1918), è accanto alla tavola apparecchiata, in un momento di stanchezza, di pausa. Tutto è pronto, mancano solo gli ospiti che tardano ad arrivare. L’attesa si prolunga oltre misura, la donna avvicina persino una delle scodelle al suo sedile accanto alla tavola, in un gesto di muta e quasi infantile consolazione.
Sullo sfondo si intravede una via di uscita, un passaggio ad un altro luogo, mentre tutto il disegno a scacchiera sul pavimento sembra condurre lo sguardo dell’osservatore proprio in quella direzione di fuga, o di riscatto. Un altrove sconosciuto, che però può alimentare la speranza raccolta e silenziosa di questa donna.
⏳ Sospensione dello Spirito: tra mistero e minaccia
L’attesa è comunque mistero, è fatta di quella sospensione dello spirito in cui timore e speranza si alternano senza soluzione di continuità. Non si smette mai di sperare, ma accade di temere il peggio: il futuro è oscuro e anche minaccioso. Casorati congela il tempo in un'atmosfera quasi metafisica, dove ogni oggetto sulla tavola acquisisce un valore simbolico e silenzioso.
Il destino di ognuno può essere racchiuso in quegli attimi incerti e misteriosi che precedono gli eventi della nostra vita. Il capo reclinato della donna non è solo stanchezza fisica, ma l'accettazione consapevole di questa sospensione, una rassegnazione dignitosa di fronte all'imprevedibilità del domani.
🔑 La chiave dell'incontro: l'essenzialità scomoda
Il quadro di Casorati non ammette distrazioni: la donna, con il cranio rasato e la veste scura, è spogliata di ogni ornamento superfluo, ridotta alla sua essenzialità esistenziale. Questa figura solitaria, seduta su uno sgabello povero mentre una tavola riccamente apparecchiata e geometrica la circonda, mette in luce il divario tra la formalità del rito (l'apparecchiatura) e la solitudine dell'essere umano. L'inquietudine non è solo nell'attesa degli ospiti, ma nella domanda esistenziale che emerge dal silenzio e dall'isolamento.
Quadro: L'attesa di Felice Casorati (1918)

Commenti
Posta un commento