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La felicità delle donne

I tanti ruoli femminili nella famiglia e nella società, il bisogno di essere persona

di Marina Zinzani

C’è qualcosa che fa pensare, nei tre giorni dedicati alla Felicità delle donne, a Milano. Incontri,  personaggi noti e meno noti che cercano di accendere tante luci sulla ricerca della felicità oggi, entrando in anfratti in cui è presente il tempo della corsa, della paura, della ricerca, il tempo per se stesse.
La donna oggi più di ieri si sente combattuta, divisa fra  tanti ruoli: essere madre, figlia, moglie, lavoratrice.  La sensazione di dover essere sempre all’altezza, è meglio esserlo, però è anche fatica svolgere tutto al meglio e non cadere un giorno nella sensazione di essere sfinita, esaurita.
La madre che corre e i pensieri: corrono al mondo dei figli, alle novità di ogni giorno, ai vaccini, alla scuola, e poi qualche anno dopo alle compagnie, alla voglia di libertà che si mischia all’insofferenza degli adolescenti. E lei sempre lì, a pensare, a preoccuparsi, raramente a lasciarsi andare.
Le donne che alzano la testa con il MeToo, con la speranza che non finisca tutto in niente, come spesso accade. Nella speranza che un domani una legge, e soprattutto una coscienza collettiva, risparmi qualcosa di brutto alla figlia.
La donna e il silenzio, le fatiche serali, i bisogni di parlare, di confidarsi, e la quotidianità che macina tutto, appiattisce le relazioni, le svuota. E svuota anche la propria interiorità.
E allora si va alla ricerca di questa interiorità, di questa vivacità nascosta, bisogna farla rifiorire, come un fiore che sembra appassito ed ha bisogno di acqua, e si deve trovare la felicità, o forse una pacificazione che porta a sentirsi bene per come si è, per ciò che si è diventate, per quello che si è costruito, per se stesse, nel bene e nel male.

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