Mario Draghi e la politica

La partita decisiva per l'Italia


(Angelo Perrone) La soluzione della crisi politica avviene in tempi tutto sommato rapidi. Non era affatto prevedibile.
Incassa adesioni totalizzanti, per ciò quasi imbarazzanti. Non importa se di esponenti già convinti oppure diventati tali, per ripensamento o timore. 
La nebulosa degli avversari ai governi tecnici, ideologici e politici, si è dissolta lasciando splendere il sole di stagione. Sono bastati i pronunciamenti europeisti e i tanti cambi di passo.
L’arrivo, sulla poltrona di Palazzo Chigi, dell’uomo venuto da lontano, Mario Draghi, è accolto dall’apprezzamento dei più mentre le riserve sono contenute, ma deve confrontarsi, in primo luogo, con il senso iniziale di stupore suscitato dalla decisione del presidente Mattarella di ricorrere proprio a lui in un momento tanto drammatico.
Perplessità e timori legati alla prima fase, che rimangono importanti anche con il varo del governo. La partita di Mario Draghi è appena cominciata.
Si misura con l’aspettativa alta d’essere un governo di unità nazionale, all’altezza dei compiti, sfuggendo al rischio di rivelarsi, in questo frangente tragico per la crisi sanitaria ed economica, una coalizione di forze dissonanti e conflittuali.

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