Vittime silenziose

Per non dimenticare il bullismo, dopo il 7 febbraio


di Marina Zinzani

Quando l’uscita dall’infanzia è un incubo, quando i compagni di scuola diventano squali che possono aggredire, ferire, uccidere.
Quando il dolore è una bomba che condiziona, devasta dentro, un fuoco che brucia, e fuori solo silenzio e apatia, mancanza di forze.
Quando le strategie servono a poco o a nulla, di fronte alla legge del più forte.
Quando tanti si voltano dall’altra parte, primi fra tutti coloro che avrebbero l’autorità per fare qualcosa.
Quando il confine sottile fra l’uomo e la bestia si confonde e i morsi della violenza sono senza un perché, e si scelgono i deboli, i fragili, i diversi, sono proprio quelle le vittime predilette.
E’ vissuta come cosa privata spesso, e non dovrebbe esserlo, le strade da percorrere sono tortuose, si preferisce subire in silenzio, spesso non si vedono soluzioni.
La vittima porterà i segni sempre, l’adolescenza apparirà un affacciarsi alla vita marchiato a fuoco, con ricordi indelebili. 
Questo è il bullismo, questo accade alle vittime del bullismo.

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