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Visualizzazione dei post da 2023

Ricordi

di Cristina Podestà Stasera ho visto un filmato di te. Era tempo di Natale, proprio come adesso, e tu scartavi i regali con le tue nipotine, felice e sereno.  Di colpo per me è stato come se più di quindici anni non fossero trascorsi; ho riavvolto il nastro del tempo e il dolore indicibile della tua assenza è tornato con prepotenza alla ribalta e tutti i miei sforzi per tenerlo a bada si sono improvvisamente vanificati.  Mi manchi. Mi mancano i tuoi verdi occhi buoni, il sorriso bonario, il tuo incedere stanco.

Donna in riva al fiume, passi lenti nella nebbia

di Marina Zinzani La nebbia avvolge e tutto diventa confuso, non sono chiare le forme, sembra di essere in un paesaggio fatato, a tratti misterioso e forse ostile. Ma in quel paesaggio, pensa Setsuko, ci sono le impressioni, le riflessioni più intime, c’è il silenzio con i battiti del cuore, c’è il vagheggiare della mente fra figure del passato, perdute nella nebbia, e figure del presente.

Il presente dietro queste ansie

di Maria Cristina Capitoni Se riuscissi a coltivare il presente tutto scomparirebbe il cielo dietro queste colline le ansie mattutine il futuro sperato  il passato  la casa all’angolo della strada questa passeggiata.

Donna in riva al fiume, una bella festa

di Marina Zinzani Si vedono luci in lontananza, si festeggia qualcosa, si immagina. In quella casa c’è un momento lieto, i figli tornano dai padri, vengono accolti dalle madri, il cibo diventa prezioso, c’è una sorta di ringraziamento del cibo, si ascoltano gli ultimi avvenimenti di tutti. E’ un giorno di festa in quella casa, si sente in lontananza quasi un vociare, tutti si scambieranno dei doni.

Speranze

di Cristina Podestà Quell’attimo di luce in più che da oggi illumina il nostro cammino verso un anno nuovo, ci porta a ben sperare in giornate mai uguali, ma sazie di vita per noi e il pensiero a chi è in sofferenza, a chi subisce la guerra, a chi non ha da mangiare.  Sperare non costa: dunque io voglio fortemente credere che si possa raggiungere un punto d’incontro nel mondo, così compromesso, così sofferente. Mi piacerebbe vederlo sorridere. Auguri di cuore. 

Premierato: il capo fa miracoli

L’illusione di recuperare efficienza affidandosi al capo di turno ( Il saggio è pubblicato su Critica liberale, 18 dicembre 2023 ) (Angelo Perrone) Il premierato, elezione diretta del capo del governo, parte sotto cattivi auspici. L’iniziativa si è già infranta in pesanti giudizi critici. «È un progetto di legge quasi eversivo per alcuni aspetti ed estremamente debole per altri», ha detto Ugo de Siervo, ex presidente della Consulta. Un verdetto condiviso dagli emeriti Gustavo Zagrebelsky, Gaetano Silvestri, Cesare Mirabelli, Giuliano Amato. Anche quaranta costituzionalisti, persino gli esperti convocati dal centro destra, hanno espresso riserve.

Donna in riva al fiume, il vento avverso

di Marina Zinzani Non passa giorno in cui ci si senta in bilico. Ora una notizia ora un’altra, così vicina a noi da spaventarci, ma anche lontana, tanto che il suo effluvio si sente, lasciandoci una sottile angoscia. Il vento avverso c’è sempre stato, pensa Setsuko in riva al fiume. In tutte le epoche, in tutte le stagioni. E non si può fare molto, intimamente, per alleviarlo. Si può agire imponendo alla mente di non andare in certi luoghi, in particolari ricordi, o in anfratti dove si possono percepire le ombre di un drago, o lasciare che il tempo passi, sperando che arrivino stagioni migliori.

In ascolto

di Maria Cristina Capitoni Quei toni inconsapevoli  della voce ecco cos’era parlare con Dio non io che t’ascoltavo  ma un continuo richiamo  ogni volta che suonavi le tue corde senza alcun significato

Donna in riva al fiume, i colori tenui

di Marina Zinzani Esistono colori che passano inosservati, non catturano l’occhio, non danno risalto, raramente appaiono nella loro grazia, nei toni tenui che possono dare una sensazione di riposo. Esistono anche persone che passano inosservate ai più, che conducono vite senza nessuna evidenza, nessun successo riscontrabile ad una prima facile lettura, che restano in penombra, che appaiono sobrie, con i loro pensieri racchiusi, con una timidezza a volte che è raramente interrogata.

Inverno

di Maria Cristina Capitoni L'inverno restringe gli spazi e costringe ad entrarci così da sentire tutto in minor tempo che non d’estate quando ogni volontà evade dal suo intento  mischiando nell’ascolto  grida e cori che non si appartengono ma che distraggono l’attenzione l’inverno è più intenso perché in poco freddo  raccoglie ogni momento.

Ritrovarsi

di Maria Cristina Capitoni Sto meglio con te che con me  perché me ripete spesso schemi che non mi appartengono  ma che diventano legge a mia insaputa  con te ritrovo  il modo mio di esistere  che scorre lungo linee di minor resistenza  un’esistenza piacevole come in assenza di regole.

Donna in riva al fiume, un brindisi

di Marina Zinzani In una sera d’inverno, con il cammino acceso, ci si trovava a mangiare caldarroste, in una conversazione che scivolava fra i ricordi, il parlare in modo ameno. Una serata intima, in cui anche un buon vino rosso scaldava l’ambiente. Immagini di persone, cose lette in un libro, o viste in un film. O ricordi. La partecipazione di qualcuno ad un momento in cui il tempo era rilassato, una piccola bolla in cui la confidenza era svelata, fra un sorriso, fra lo scivolare delle parole.

Donna in riva al fiume, la leggerezza

di Marina Zinzani Il fiume scorre, il fiume racconta, cela segreti. Setsuko chiude gli occhi e sente qualcosa di lieve, un volo di farfalla. Le ali delicate di una farfalla. Le sue ali leggere. La leggerezza nell’aria. Una foto che incuriosisce, un luogo pieno di fascino che si espande oltre l’immagine, ha energia, viaggia ed entra dentro la porta finora tenuta chiusa della mente. Il soffio magico che la spalanca, e la curiosità diventa compagna di qualche istante, forse di giorni, può lenire. Può lenire.

Scarpe rosse

di Cristina Podestà  Volevo essere altrove. Non mi piaceva quell’atmosfera fumosa e grigia, greve e strana.  Mi ero fidata ma avevo sbagliato.  Avevo sentito dire tante cose sulla violenza, ma non poteva certo capitare a me.  Ero una ragazzina scaltra e intelligente, frequentavo ragazzi perbene, i migliori della città, tutti figli di gente titolata.  Ma quel giorno provavo sensazioni differenti e difficili, non ero a mio agio.  Sempre sulla porta, dalla quale non mi ero ancora mossa, guardavo l’interno del salone e non mi si confaceva.

Donna in riva al fiume, il colore arancione

di Marina Zinzani Quando il silenzio arriva e cala la sera e le voci si allontanano, si ricerca l’armonia data da un colore. È a metà fra il fuoco e la luminosità, fra il giallo del sole e la forza del rosso del fuoco, parla di sensazioni di calore, di vicinanza alla gioia, di intraprendenza, di ricordi mitigati dal tempo. La poesia di un tramonto sul lago. O sul mare. Quel colore che dà risalto ad un viso un po’ spento, illuminandolo. La vita in tutte le sue sfumature che ci fa sentire sereni, anche se per qualche momento, in un momento che sembra irripetibile.

Giulia Cecchettin, la violenza tra i giovani

Il funerali di Giulia Cecchettin a Padova La crisi di una generazione nel percorso di responsabilità ( Il testo completo su Critica liberale 4 dicembre 2023 ) (Angelo Perrone) Accade sempre dopo ogni femminicidio. Reazioni immediate e lodevoli intenti, spesso fuochi di paglia, destinati a lasciare le cose come prima, almeno a prima vista. Nel caso di Giulia Cecchettin, però, l’emozione per il delitto è diventata un’onda, che travolge tutto e ogni persona. L’invito di Elena, la sorella più grande, a «fare rumore», cioè a reagire energicamente, ad assumersi responsabilità, a cambiare rotta, è stato capace di scuotere le coscienze dal torpore. Ha indicato un modo diverso di reagire, non limitato al silenzio, ha espresso l’esigenza di consapevolezza. Ovunque, nelle manifestazioni, si è diffuso il colore rosso, per simboleggiare la lotta alla violenza di genere. Anche la politica ha manifestato sussulti.  Sarebbe illusorio pensare che basti questo per risolvere il problema della violenz...

La fragilità del Natale

di Cristina Podestà  Non importa affatto quanto tu sia grande, forte, personaggio pubblico, rivesta un ruolo importante o tu sia diventato indifferente.  Arriva così, improvvisamente, una sferzata che si colloca a metà strada tra te e le luci dell’albero, il babbo Natale che hai comprato per tuo figlio e il tuo passato, e ti scuote senza che tu te lo aspetti.  Natale riapre le ferite di tutti, è il punto debole che rimescola le carte e si insinua nel nostro non detto, si impone prepotente con i suoi ricordi e le sue mancanze, e rende fragile anche la persona più abituata a reggere duri colpi. 

Cammino

di Maria Cristina Capitoni Fu quella voce sottile a riportarti indietro sul sentiero maestro distante un secolo dalla tua volontà  non era prova d’intelligenza  quel cammino ma solo disubbidienza che ti portò altrove  dall’altra parte del cuore.

Donna in riva al fiume, una piccola oasi

di Marina Zinzani È tutto un lento morire, muoiono le foglie, gli alberi passano l’inverno in solitudine. Se ne vanno le persone, scompaiono. La malinconia prende il sopravvento, ci si convive, si cambia lentamente. Come ci si salva, si chiede Setsuko in riva al fiume. Come si può non essere parte di questa corrente, non essere acqua che va in una sola direzione? Le persone si riempiono di oggetti per colmare ansie e vuoti, si perde la fiducia negli altri. Che giornata è oggi? Pessimismo nero?

Senza giostra

di Maria Cristina Capitoni Dalla tua altezza  ho misurato il vuoto intorno  immenso  profondo anni ed anni di reciproca dedizione guardare avanti  verso un’unica direzione ignorando quella giostra che faceva girare il mondo  e la testa.

Donna in riva al fiume, il pensiero che contagia le cose

Il post in ricordo di Giulia Cecchettin di Marina Zinzani Non esiste nulla che possa cambiare. Arrendersi prima di agire. Lasciare spazio al disincanto. Essere convinti che le proprie forze non bastino. Nulla cambia. Un cuore arido rimane tale. Un atteggiamento crudele rimane tale. La regola del più forte, la sua sopraffazione rimangono tali. Lasciarsi andare. Perdersi. Cancellarsi.

Indi Gregory, la bambina di tutti

La morte di Indi Gregory, la bimba gravemente malata, interroga le coscienze ( Il testo completo su Critica liberale, 20 novembre 2023 ) (Angelo Perrone) Indi Gregory era una bambina inglese di 8 mesi, affetta da una malattia rara e molto grave. È morta nella notte tra il 12 e il 13 novembre dopo che le sono stati staccati i supporti vitali. C’è stata richiesta dei medici per l’interruzione del trattamento e la magistratura ha dato l’autorizzazione, nonostante il parere contrario della famiglia.

Un pensiero per Giulia

Giulia Cecchettin di Cristina Podestà Fa più male questa volta. Fa malissimo. Chissà. Forse l’età, forse quella mamma mancata da poco, forse i pochi anni di entrambi.  Forse la laurea con i fiocchi rossi al cancello, forse quel padre buono e rassegnato.  Fa malissimo.  Un dolore sordo penetra nelle viscere e Giulia improvvisamente diventa tua figlia, tua sorella, la migliore amica.  Non può ogni storia finire così.

Donna in riva al fiume, la trascuratezza

di Marina Zinzani Si può trascurare un corpo, non considerando se il fumo può fargli male, o se l’alcol è eccessivo, se la quantità di cibo è troppa o troppo poca, se il cibo stesso è quello giusto. C’è un senso di colpa sottile in questi comportamenti che condannano il corpo a dei rischi, a delle malattie, ad un decadimento precoce. Eppure le informazioni non mancano, ogni giorno siamo bersagliati da notizie su cosa ci fa bene e cosa no, è un lento ascoltare, è spesso un lento evitare di applicare le cose buone ascoltate.

Per Giulia Cecchettin: l'eco profetica di Alda Merini nel "Canto delle donne"

(Alda Merini – TESTO, “CANTO DELLE DONNE”, 1988) ▪️ Io canto le Donne prevaricate dai bruti la loro sana bellezza, la loro ‘non follia’ il canto di Giulia io canto riversa su un letto la cantilena dei Salmi, delle anime ‘mangiate’ il canto di Giulia aperto portava catene pesanti la folgore di un codice umano disapprovato da Dio. Canto quei pugni orrendi dati sui bianchi cristalli il livido delle cosce, pugni in età adolescente la pudicizia del grembo nudato per bramosia. (a.p. – COMMENTO) ▪️ L'eco profetica di Merini è agghiacciante: il nome "Giulia" in questi versi, affiancato alle donne prevaricate e a Vita Bello, risuona oggi come un dolore archetipico. Merini non denuncia un singolo orrore, ma il "codice umano" brutale che divora la "sana bellezza" femminile. La poesia si fa qui preghiera, grido per le "anime mangiate" e unica sentinella di lucidità contro la violenza impunita, ovunque essa si manifesti. (Foto 1. L'immagine di Gi...

Mutamenti

di Maria Cristina Capitoni Hai parlato col mio volto  preferito annunciando il cambiamento  hai gioito al mio gioire mutando la mia parte di Dio ecco perché ovunque tu fossi c’ero anch’io.

La sciarpa

di Cristina Podestà La donna aveva freddo. Aprì l’armadio per cercare qualcosa da mettere al collo in tinta con il suo cappotto: non ne trovava! Aveva una quantità di foulards, sciarpe, colli in pelliccia che si perdeva nella ricerca.  In tre minuti il suo letto era completamente in disordine e si era formata una montagna di accessori che avrebbe potuto far invidia ad un negozio ben fornito.  Lei sbuffava ed era visibilmente alterata: stava mettendo a soqquadro la sua camera, il suo armadio e il letto; erano tutte cose stirate o meglio, prima di adesso erano stirate! Ora c’era un’accozzaglia di colori mescolati e lei stava perdendo troppo tempo.

Donna in riva al fiume, la camminata

di Marina Zinzani Camminare fa bene, lo dicono tutti, è gran cosa il muoversi, il movimento, il prendere in considerazione il nostro corpo e le sue esigenze. La camminata presuppone silenzio, o una musica gradevole all’orecchio, camminata in mezzo agli alberi, in riva al mare, o in una strada piena di vita in cui le vetrine attirano l’attenzione. La camminata a passo veloce per dimagrire, per migliorare il metabolismo, per sentirsi di nuovo in forma.

Il male dell'antisemitismo

La tendenza ad individuare nell’ebreo l’origine del male ( Il testo completo su Critica liberale 6 novembre 2023 ) (Angelo Perrone) Dal giorno dell’assalto terroristico di Hamas in Israele, il 7 ottobre scorso, siamo stati trascinati in un vortice. La terra, ritenuta “santa” da tutte le religioni monoteistiche, è insanguinata, violata, offesa. È tradita in primo luogo da coloro che dovrebbero amarla e averne cura.

Un raggio di sole

di Cristina Podestà Chissà se da cose brutte può nascere qualcosa di buono. Basterebbe non fermarsi alla soglia delle apparenze. Basterebbe una volta almeno riconoscere i propri limiti, vedere il sorriso nelle crepe del buio; avere la disponibilità d’animo a capire gli errori e attuare la volontà di correggerli sapendo comprendere l’umiltà.  Nessuno è perfetto dunque tutti si sbaglia; ma anche dentro uno smisurato silenzio o il caos di mitraglia, oltre a lacrime amare potremmo trovare un raggio di sole per poter tornare indietro, verso la pace. 

Favole tra noi

di Maria Cristina Capitoni Non è qui che devi cercare  e non è cercare quel che devi fare ma nasconderti per non farti trovare dal guardiano dei pensieri  e delle regole  che ci fa prigionieri  in un mondo di favole.

Donna in riva al fiume, oltre la scadenza

di Marina Zinzani La parola scadenza perseguita gli uomini. È assillo, incrocio di esigenze con i doveri, con le regole, è uno di quegli aspetti che incutono tensione. La scadenza è un tema ricorrente dalla nascita, si convive con questa parola. Ha scadenza un prodotto, che poi potrebbe risultare avariato. Ha scadenza una pratica, un pagamento, oltre possibilmente non si va, meglio non rischiare. La cosa più triste, pensa Setsuko in riva al fiume, è che questa parola diventa emblema della vita umana. Un corpo ha una specie di scadenza, è una realtà che annichilisce, quando si pensa a quelli che sono andati via, da qualche parte, perché il loro corpo si è ammalato.

Donna in riva al fiume, l'arte di non fotografare

di Marina Zinzani Abbiamo tempo, c’è tempo, è un momento di sospensione. È un momento tanto atteso, tappa di un viaggio. Un’emozione improvvisa. Un’emozione immaginata, quando sarebbe apparsa quell’opera d’arte. O quel luogo incantato, regalo della natura e impreziosito dagli uomini. Un’emozione condivisa, un tramonto, un punto fermo che appaiono in quel momento una briciola di felicità.

Senza rumore

di Maria Cristina Capitoni Riconosco  ed accetto il mio posto  non devo cercare altrove ma solo stare senza far rumore il buio separa i ricordi da adesso la luce distingue la fonte  dal riflesso.

Donna in riva al fiume, quello che cambia

di Marina Zinzani Quello che cambia non è solo un volto, un corpo, un insieme di relazioni, quello che cambia è anche il modo di percepire le cose. Arriva il disincanto, si attenuano le aspettative, si ritiene di avere visto molto, che quelle persone incontrate, portatrici di storie, esperienze, siano gli incontri definitivi di una vita. Quello che cambia è a livello interiore, e se lo scenario appare dolente, confuso, portatore di poche novità, è anche vero che bisogna cercare dal profondo la spinta per rendere diverse le cose. Accettare, accettarsi. L’imperfezione come compagna di tutti. Il navigare a vista. 

Labirinto

di Maria Cristina Capitoni Il sentiero che diventa labirinto  un dipinto verosimile  ma accessibile  solo al pensiero  che però si distrae velocemente  l’ingresso è lì  ma la mente lo scorda  così ch’io debba vagare  nell’illusione di poter entrare  senza trovare la porta.

Donna in riva al fiume, le cose incompiute

di Marina Zinzani Quell’incontro non approfondito. Quella frase interrotta a metà. Lo sguardo di un padre verso il ragazzo della figlia, perplessità nascoste. Il litigio che non c’è mai stato per quieto vivere. Il sorvolare su una mancanza. Il cercare di capire una personalità e afferrarne solo una sfumatura. Lo sguardo di complicità di fronte ad un’ispezione, pensieri nell’aria fra colleghi. L’abbraccio che non ha bisogno di parole, in un momento in cui le parole non arrivano. Quel complimento che non si riesce a fare ad un figlio, che va nella scatola dell’orgoglio silenzioso.

Dissolvenze

di Cristina Podestà Piano piano tutto sfuma, resta solo il vapore e si rimane in attesa di cose nuove. E del vecchio che si fa? Resiste il ricordo.  Non il rimpianto, deve rimanere il ricordo di ciò che è stato bello e buono, di quello che ci ha fatto stare bene. Anche le persone passano. Quante epoche si vivono! Amici di adolescenza o di gioventù, di epoche passate care al cuore, conoscenti che si ritrovano nelle foto e dei quali ci sfugge perfino il nome, compagni di scuola persi e ritrovati, oppure persi per sempre.

Quale sogno

di Maria Cristina Capitoni Fu l’adolescenza dell’anima  a trovarmi ancora addormentata  convinta d’esser sveglia ferma sulla soglia di questo mondo assorta in un sogno profondo.

Donna in riva al fiume, il dialogo

di Marina Zinzani Si dice che il dialogo sia come un filo, un filo soggetto all’usura del tempo, all’arrivo della pioggia, al bruciare dei raggi del sole, un filo che non sembra d’oro ma dentro ha una parte sottile di oro. Il dialogo è concime. La madre che instaurerà un dialogo fin da subito con i figli, che avrà il tempo di ascoltare, di scendere nelle piccole vite dei bambini, avrà operato per il bene, i frutti prima o poi arriveranno, il concime sparso con amore porterà sicuramente dei risultati.

Terrorismo e coscienza morale

(Minori presi in ostaggio e deportati a Gaza, fonte Israele.net) Il giudizio morale sull’eccidio degli ebrei ( Il testo completo su Critica liberale 17 ottobre 2023 ) (Angelo Perrone) C’è una storia del conflitto israelo-palestinese, che, per colpa di tutti, non trova una soluzione da settant’anni; ma a prescindere dall’identità delle vittime ci sono anche dei punti fermi.  Stavolta è accaduto agli ebrei, come nella Shoah. La pietà è doverosa e ciò nulla toglie al sentimento verso gli arabi uccisi in passato o alla preoccupazione per i civili di Gaza in fuga dalla reazione di Israele. Questo fatto chiede il giudizio e la riflessione.

Donna in riva al fiume, l'umiltà

di Marina Zinzani Che cos’è l’umiltà, si chiede Setsuko guardando l’acqua che scorre. È l’imparare, il sentirsi piccoli per poi crescere, come una pianta che si nutre di sole, di aria, di vento. Quel vento portatore di conoscenza, di emozioni, in grado di impreziosire un’esistenza. L’umile è aperto al mondo. Chi crede di essere sempre dalla parte giusta, chi pensa che i suoi pensieri bastino, chi ha concetti granitici dentro di sé, non conosce le sfumature, i colori che mischiati fra di loro creano altri colori, non conosce un prisma la cui verità cambia girandolo appena un po’.

Il corpo delle donne

di Cristina Podestà Piccolo fiore appena sbocciato, non senti ancora lo spasmo del cuore. Tutti gli organi funzionano bene, sei perfetta. Il tuo corpo è, e tu non ti preoccupi di altro. È tutto regolare, hai appena aperto gli occhi sul mondo, tutto va bene.  Quando inizi a crescere questo tuo corpo diventa ingombrante: madri snaturate gridano che sei grassa, troppo per i canoni di bellezza in vigore. Altre mamme chiocce urlano che devi mangiare per mostrare un corpo florido e sano.  La prepotente adolescenza arriva con un turbinio di messaggi sul corpo. Vuoi fare la modella? Ma come ti vesti?

Donna in riva al fiume, la porta

di Marina Zinzani Si deve aprire la porta. Qualcuno suona alla porta. Qualcuno ha suonato, si deve per forza rispondere.  Quando una persona viene a mancare, si ripensa alla sua vita, alle porte che ha dovuto aprire. Alle notizie che ha ricevuto, dopo aver aperto la porta.  Notizie terribili. Persone che non dovevano entrare, eventi che non dovevano esserci. Porte aperte e qualcosa che ha richiesto coraggio, forza, il non cedere alla stanchezza, il non potere permetterselo.

Politica e popolo

La ricerca delle buone pratiche riformiste ( Il testo completo su Critica liberale 3.10.23 ) (Angelo Perrone) Ogni occasione è propizia per denunciare l’asimmetria dei rapporti tra destra e sinistra. È quella strana condizione per la quale ciò che riesce alla destra si mostra inefficace per sinistra. Esempio: la politica di opposizione. Un successone per la destra, tanto che l’elettorato l’ha premiata.

In fuga

di Maria Cristina Capitoni Non nelle passate note la via di fuga perché risuonano tutte nella stessa stanza dove son rinchiuse e dove anch’io ritorno  quando le ascolto anche se non voglio.

Donna in riva al fiume, la cortesia

di Marina Zinzani Siamo disabituati alla cortesia, pensa Setsuko. Quella persona mi ha ferito, alzando la voce e aggredendomi senza un reale motivo. Un uomo in un negozio che ha pensato che io volessi passargli davanti, ma non l’avevo visto. Il medico che usa parole di routine per lui, a suo modo terribili, che mi inquietano non poco.  La cortesia è un passo indietro, è il timore di ferire l’altro, è il non essere invadente, il non giudicare.

Donna in riva al fiume, il sacro

di Marina Zinzani Il sacro. Cos’è sacro? Un luogo, un oggetto, anche un fiume che si guarda scorrere in silenzio, è una solitudine profonda. E' un raccoglimento delicato, dolce e malinconico, gentile verso la creatura che lotta, che cade, si rialza, è inquieta, ha paure, irradiata da qualche raggio di sole. Cos’è il sacro, si chiede Setsuko. E ricorda una tavola apparecchiata, il cibo della madre, l’armonia di quando si era bambini.

Visitare luoghi del passato

La cucina di casa Balla (Commento a “A casa dell’artista Giacomo Balla” ) di Marina Zinzani Quando si visita la casa di un artista si entra in una situazione particolare, soprattutto se si conoscono le sue opere, se si è avuto un trasporto, un forte interessamento. Si entra con curiosità in stanze, si vedono i suoi oggetti, si ammirano arredi, abiti, strumenti di lavoro.