martedì 27 giugno 2023

Rapallo

Rapallo (foto ap)
di Marina Zinzani
(Introduzione di Angelo Perrone)

(Tratto da “Racconti di una vacanza in Italia”)

(Angelo Perrone) La ricerca di mete turistiche non convenzionali è affascinante, e riserva sorprese. Marina Zinzani prova a seguire i passi di due amici americani in giro, per la seconda volta, per l’Italia al di fuori degli itinerari più noti. 
Ci sono nuove realtà da conoscere. Un mondo là fuori è pronto a mostrare la sua essenza. In questo contesto multiforme, non dobbiamo trascurare noi stessi. 
È interessante ciò che si vede, ma sorprendenti sono gli occhi con cui si guarda. Si apprende di sé qualcosa che non si sapeva di possedere, si sperimentano nuove emozioni. Questa, al termine, la conclusione emozionante. Ma potrebbe capitare di avvertirne segnali strada facendo.
C’è un tragitto da compiere. Per l’io narrante, che è uno degli amici, tante sollecitazioni. L’urgenza di prendere i primi appunti. Riemergono, di riflesso, pensieri appena letti su un gran libro come “Jean Santeuil” di Marcel Proust. 
Infine lo sguardo ritorna su di sé. Per ognuno, si sa, è diverso. Ciascuno ha la sua, di verità, da raccontare. È il momento in cui il viaggio riserva le sorprese maggiori.
Dopo Orvieto, Spello, Spoleto, Assisi, Perugia, Urbino, Recanati, Jesi, Torre del lago, Forte dei Marmi, ecco Rapallo

La Liguria ci ha catturati, era difficile non rimanere incantati. Abbiamo visto luoghi di incredibile bellezza, in cui la natura regala scorci che rimarranno sempre nella mia memoria. Il mare, i paesi, le case colorate, la buona cucina, le strade chiamate carrugi che trasudano storia in un contorno di semplicità e di tempo rarefatto: tutto questo incanta, mi fa sentire privilegiato di essere qui.
Siamo arrivati a Rapallo, luogo che mi incuriosiva particolarmente. È un luogo che è stato frequentato da scrittori e poeti, Ezra Pound, Yeats, George Byron, Nietzche, Montale, Hemingway. Un luogo che sarà stato di ispirazione per loro, è molto probabile. 
Sono sempre attratto quando visito una città che un artista ha amato, provo una sensazione difficile da descrivere, mi lascio andare al pensiero che qui era passato lui, qui aveva dormito, qui aveva creato qualcosa. E chissà se Rapallo, con il suo lungomare, con il suo castello circondato dall’acqua, con le strade piene di suggestione hanno portato ispirazione a qualcuno. 
Mi sono immaginato il fervore dei primi del Novecento, questa zona della Liguria attirava poeti, scrittori.  Ho letto che Hemingway era arrivato qui con la moglie Hadley, alloggiavano all’Hotel Riviera. Hemingway aveva portato un suo racconto ad un critico letterario che abitava qui vicino, e lui lo aveva incoraggiato a scrivere. 
Era l’unico racconto che gli era rimasto, perché una valigia in cui stavano i suoi scritti fu rubata alla moglie durante un viaggio in treno da Parigi alla Svizzera. Questo fatto segnò moltissimo la loro storia, lui non perdonò mai la moglie per il furto, e forse per questo il matrimonio naufragò.
Pranzo con un delizioso piatto di trofie al pesto. Adoro il basilico, il suo profumo, e questo piatto semplice e così appagante. Per secondo abbiamo mangiato il coniglio alla ligure, con le olive taggiasche. Il ristorante, davanti al mare, ha reso questa pausa incantevole.

Da Proust: “La fiamma, nutrita un attimo dall’infelice giornale che le era stato gettato come offerta grata e vittima espiatoria, scintillò di più vivida luce e per un attimo torse come serpenti i visibili segni della collera celeste, poi sfinita ricadde, restituendo il giornale umiliato, ridotto a un esile lembo di polvere, scivolò silenziosa nel camino, poi, come un bruco divenuto farfalla, volò via sotto forma di una fiamma lucente.”

La storia di Hemingway mi ha colpito. Immagino, cerco di immaginare. Lui è qui, a Rapallo, ed è adirato con la moglie Hadley, non le perdona la scarsa attenzione, ha permesso che qualcuno rubasse la valigia con i suoi scritti. Allora era un giovane che scriveva della Prima Guerra Mondiale, su una macchina da scrivere Corona. 
Non sapeva che sarebbe diventato uno dei più grandi scrittori del suo secolo e non solo. Immagino il rancore sottile verso la moglie, la scenata che deve averle fatto. Come aveva potuto farsi rubare la valigia con i suoi scritti? Erano unici, non c’erano delle copie. Manoscritti giovanili, certo, però... Penso alla fine che avrà fatto quella valigia, cosa avrà pensato il ladro quando l’aveva aperta? 
C’erano dattiloscritti, li avrà buttati? O la valigia è finita, per qualche via oscura, in una soffitta? Esistono ancora da qualche parte quei racconti? È uno dei misteri della letteratura, quello che poteva essere e non è stato, quei testi non sono mai arrivati al pubblico.
Nella mia immaginazione però vado oltre, se Hemingway non avesse così duramente contestato alla moglie quel furto, cosa di cui lei in fondo non era colpevole, se l’avesse perdonata, se ne avesse perdonato la mancanza di attenzione, se avesse dato a quegli scritti la giusta importanza, nel senso che era più importante la loro storia d’amore, forse lei sarebbe rimasta accanto a lui, l’avrebbe accompagnato nei suoi viaggi, come compagna di vita accudente. 
Non ci sarebbero state le successive mogli, l’alcol, i problemi di salute, la depressione. E forse non ci sarebbe stato quel colpo di fucile che aveva posto fine alla sua vita.
È come in quel film, “Sliding doors”. Un’altra porta. Se lui fosse andato oltre e avesse conservato l’amore. È la storia dei se. Spesso crudele.

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