sabato 17 febbraio 2024

E poi

di Marina Zinzani

Poi passa, così si dice. O non passa mai, il ricordo è rilegato in un angolo, da manovrare con cura. È come una scatola da aprire con attenzione, possono uscire suggestioni, immagini, suoni, profumi. Può anche essere piacevole per un attimo, quella sfumatura di vita e malinconia che conosce il segno delle cose struggenti. Poi è meglio chiudere. Chiudere, perché una persona manca.
E poi ci sono le ingiustizie, anche quelle si devono collocare. E si devono collocare le ferite che fanno parte del vivere, e anche lì è meglio non guardarle troppo, ci si fossilizza e non si va da nessuna parte. Perché la vita richiede un certo dinamismo, alla fine.
Uno sfogliare le pagine, un guardare verso l’orizzonte. Si richiede da qualche parte la forza, è tutta una questione di forza. Anche quando si è frammentati e bisogna ricostruirsi, pezzo per pezzo. Poi la vita riprende, riavvolge, le immagini diventano sbiadite, il cuore lentamente si placa.

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