Como, il lago tutto a seni e golfi

Foto Marina Zinzani
 (ap) Rocce scoscese. Tratti impervi e ricoperti di boschi specie sul lato orientale. 
Paesi di antiche case arroccate, che affacciano su ripide scalinate rivierasche. Sino ai pendii arrotondati e erbosi. 
Il lago di Como, secondo un detto locale, ha una singolare “forma ad uomo”.
Una gamba a Lecco e l’altra a Como, il naso rivolto verso Domaso, il sedere a Bellagio dove i fiordi meridionali rinserrano il montagnoso triangolo Lariano.



Una conformazione derivante da risalenti escavazioni fluviali e poi modellato da ripetute glaciazioni. Dove l’esigua distanza delle sponde soprattutto meridionali accorcia la visibilità tra i villaggi porgendo al lago scorci segreti: gradini di pietra per ormeggiare le barche, tranquille piazzette dietro la facciata di una chiesa.

Ed esalta la bellezza delle ville storiche, ritrovi un tempo di aristocratici e artisti, alternate – senza contrasti - alla semplicità dei borghi più umili. Un paesaggio non privo di severità e a suo modo meditativo, la cui suggestione solitaria non era sfuggita ai maggiori poeti romantici, da Manzoni a Stendhal, da Byron a Liszt.

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