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Visualizzazione dei post da 2016

Nel mondo dei sogni

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Il sogno del melograno (1912) , Felice Casorati di Marina Zinzani Mano lieve che si posava sulla mia gentile e delicata la tua presenza il giorno aveva nuovi colori e una sensazione di pace permeava la mia mente di una felicità sconosciuta. Viaggio misterioso nel mondo dei sogni o forse altro la tua presenza al risveglio era ancora lì, lieve e delicata fino a svanire scia di amore misterioso che mi aveva sfiorato.

Senza acqua, senza ali

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di Marina Zinzani (ap) Poesia ispirata a Frida Kahlo (1907-1954), la pittrice messicana che visse il suo immobilismo, dovuto alla grave malattia che la colpì, come miracolosa fonte di ispirazione per raccontare il suo stato interiore e la sua visione del rapporto con il mondo. Pesci senza acqua uccelli senza ali silenzi di vite minori che appaiono brevi accenni senza essere riscaldate   comprese   consolate. Pesci alla ricerca di un fiume uccelli che non riescono a levarsi in volo dentro un ospedale dentro un fallimento dentro una nuova povertà.

L’avvenire degli spazzacamini

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di Cristina Podestà (ap) Certo, le fiabe richiamano immagini d’altri tempi, lo spazzacamino, la piccola fiammiferaia, i pastori con le loro greggi. Oggi, la magia di quei racconti può accompagnare una ritrovata fiducia in noi stessi e la voglia di farcela, come singoli e come società. Un commento a Fiabe nelle notti di luna nascosta , PL, 20/12/16. Le dolci parole sulle favole raccontate dai nonni al tempo di Natale hanno suscitato nel mio cuore una grande nostalgia e il malinconico e tenero ricordo di tanti tempi natalizi ormai trascorsi. Durante le giornate dell'Avvento era bello ascoltare le tradizioni narrate dagli anziani, le abitudini delle festività più belle dell'anno.

Vidi la sua mano

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di Gianantonio Tassinari Pensai mi tendesse la mano. Anch’io tesi la mia per afferrare la sua. Prima non riuscivo a vederla perché c’era tanto buio che mi avvolgeva. Poi volli la luce che venne e vidi la sua mano. La afferrai, la strinsi, per non lasciarla più.

Il nuovo che ci sorprende

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I l nuovo anno: l’incantesimo del vecchio che si conclude e del nuovo che nasce. Come ci coglie? di Giovanna Vannini C’è tristezza nell’anno che ci lascia, aspettativa nell’anno che si affaccia. Due stati d’animo che in me si mescolano, danno vita a un magone, mi mettono un desiderio di sonno che vorrei mi conducesse almeno fino al tramonto del primo gennaio.

Qualcosa di te, ogni giorno

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Sera d’inverno ad Alghero (foto ap) di Paolo Brondi Il cielo piove se pur c’è il sole Piove sui tuoi giorni mesti So che ci sono tante cose Che ti fanno male e tante altre Che ti giungono ma sono lontane Sembrano mai Alcune cose vanno strette

Bambini, a Calcutta

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di Marina Zinzani Il bambino di Calcutta con la faccia sporca per strada figlio di nessuno parla con gli occhi implora un letto un pasto caldo una carezza. Quante Calcutta e quanti silenzi nell’opacità dei giorni nell’indifferenza dell’infanzia violata tormentata ferita.

Un tiro mancino

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di Valeria Giovannini Era notte fonda quando ci addentrammo nel bosco fitto che portava alle rovine di un'antica chiesa del XII secolo. Le luci dei faretti dalla fronte illuminavano il sentiero ricoperto di foglie croccanti. Tutt'intorno il silenzio. Ogni tanto, il verso di qualche strana creatura alata. Il percorso era molto scosceso. Nonostante i fari, talvolta inciampavo, in pietre mimetizzate e nascoste tra piccoli arbusti e fogliame. Improvvisamente, l'abbaiare di cani in lontananza. E poco alla volta, li sentivamo sempre più vicini. Finché apparvero due fiammeggianti occhi rossi. Per sdrammatizzare la tensione del momento, narrai alla persona che mi accompagnava in quella selva oscura, di un paio di occhi di bragia.

L’albero, la foresta e l’eterno rischio dell’Aventino

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di Paolo Brondi La carenza dell’immaginazione a comprendere le opposizioni come potenza o molla del fare, dinamico e creativo. Nella scorsa estate, fino all’autunno inoltrato, abbiamo assistito a un’aspra battaglia, ingaggiata, a fini di egemonia del sì o del no, un gioco a scacchi, con rinnovate mosse simili. Due opposte vitalità dello spirito umano. Da una parte, la predilezione a vedere l’albero, dall’altra la foresta.

Natale: il senso della preghiera

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di Marina Zinzani Inginocchiarsi e ascoltare la terra, i suoi suoni, i suoi ricordi. Ricordi di ferite, di battaglie, di sangue versato. Inginocchiarsi e guardare il cielo, c’è qualcuno lassù che può sentirci? Inginocchiarsi e pregare. Pregare davanti a dei fiori, che ne possano sbocciare altri, altri fiori che siano gentilezza, fraternità, amore. E’ forse lì Dio, in quella espressione della vita che palpita, nella bellezza stupefacente di un fiore e nella sua fragilità. Preghiera per ricercare il bene sepolto, antico.

Fragili armature

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di Marina Zinzani (ap) La vita offre mille occasioni per sentirsi fragili e soli, esposti ai pericoli, alle insidie: possono essere gli attacchi violenti dall’esterno, la furia del terrorismo, l’assurdità del crimine e del sangue innocente, oppure le angosce che attanagliano l’animo, e rendono la persona tragicamente nuda. Come quella donna ritratta da Felice Casorati nel 1921, inerme nella sua nudità davanti all’immagine di un’armatura che non può proteggerla. Persone, tante persone. Paura dei luoghi troppo affollati.  Paura dei luoghi chiusi. Paura della notte, e anche del giorno.

Una spugna per cancellare gli orrori

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di Vespina Fortuna (ap) Una lettera immaginaria a Babbo Natale, quella scritta da un bambino di 13 anni di Aleppo, che esprime la tragedia di tanti, insieme ad una fragile speranza: vivere in una “città di giochi e di giardini”. Caro Babbo Natale, ti scrivo anche quest’anno pure se ormai sono grande, ho già 13 anni sai? E qui da noi, 13 anni sono moltissimi. Io sono un bambino fortunato perché ho ancora la mia mamma, e lei è molto più grande di me! Mio babbo no, non c’è più e nemmeno Amir e Abdul, i miei due fratelli più grandi, sarei stato davvero troppo fortunatissimo se ci fossero ancora tutti! C’è ancora la piccola Amina però, ed è per lei che ti scrivo, perché lei ancora non sa farlo ma vedo che si annoia troppo a giocare tutto il giorno con le pietre.

Henri Matisse, la bellezza della luce

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di Marina Zinzani (Commento di Angelo Perrone) (ap) Sono colori accesi e luminosi quelli che Henri Matisse (1869-1954) usa per trasformare la realtà in forme semplificate. Sono tratti dalla luce intensa che scoprì sulla Costa Azzurra dove andò a vivere, e dove ora è sepolto nel Monastero di Nizza. Il giallo e il violetto, il verde e il rosso, il blu e l’arancio, riversati sulla tela con gesto impetuoso: non il colore in sé, ma l’accostamento tra i diversi toni è al centro della ricerca pittorica di Matisse.

Fiabe nelle notti di luna nascosta

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di   Paolo Brondi Sai, Serenella, ci sono momenti Che si ricorda solo una parte delle cose delle favole belle mi ricordo ora che il nonno narrava in notti di luna nascosta sotto coltri di nubi colme di neve Narrava   di Anemone, un fiore di rosso colore che amava troppo l’amore e con la faccia al cielo anelava dal sole il calore oltre il tramonto oltre il calar della luna e lungo il quieto dormire dei suoi dolci fratelli chiusi nei calici Anemone ansante a calice aperto all’alba moriva

Come un piccolo Icaro

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di Marina Zinzani Porta i sogni, l’aquilone vola in alto ride il bambino sembra arrivare vicino alle nuvole sembra ondeggiare col vento danza lieve danza lieve. Volo di Icaro è quello dell’uomo l’aquilone nel cuore essere aquilone e aria catturare il vento volo di Icaro invece piccolo rimane l’uomo solo i sogni viaggiano liberi, nell’aria.

Luci che aprono spiragli

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di Sonia Scarpante (Il Natale: non solo visioni giovanili, ma tempo di ricerca delle proprie appartenenze) Nebbia grigia che ricopre campi  di insaziabile caducità, passo lento che respira  attimi di sospensione verso il nulla, in quel non esserci  che ci distanzia dalla presenza attiva. Tintinnio augurale che apre  a visioni giovanili, crepitii di braci in camini obsoleti  mentre un piccolo soffio di luce  apre lo spiraglio verso comete azzurrognole.

Istanti di bellezza

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di Catia Bianchi (Commento a Nel giardino delle farfalle a Key West , PL, 11/12/16) Belle le farfalle, colorate creature effimere che svolazzano leggere. Prendiamole d'esempio e godiamoci la bellezza di ogni istante della nostra vita.

Per riguadagnare stupore e felicità

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di Paolo Brondi L’accelerazione del processo storico è diventata nei nostri anni non facilmente dominabile e anzi fonte di disagio, d’incertezze, di contrasti. Tremende contraddizioni vanificano le cattive maschere della morale, della religione, della politica, della tecnocrazia.  Le tragiche imperfezioni della nostra epoca sottraggono alla nostra memoria pure la gioia della meraviglia.

Un tè, in un interno

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di Marina Zinzani Ragnatela avvolta dalla brina mani fredde il gelo del mattino ragnatela i pensieri inquietudini asperità

Nel giardino delle farfalle a Key West

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(ap) Il giardino delle farfalle , a Key West in Florida (Usa), è una serra di piante tropicali ricca di spettacolari e coloratissime farfalle che svolazzano liberamente attorno ai turisti.

Il gioco è finito

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di Giovanna Vannini Trattengo il respiro, potrebbe andarsene ancora. Lo ha sempre fatto. Per quale motivo dovrebbe smettere?  Ho corrotto il cameriere ai piani, mi sono intrufolato nella stanza, ora mi beo. Quando aprirà le palpebre non mi vedrà subito. Lei dorme profondo, ha risvegli lenti, mette a fuoco molto dopo. Se appoggio le labbra sulla tazzina la prenderò con me. Ingoio, a rallentatore mi sgranchisco. Il mattino sta entrando nella camera. Dovrei alzarmi, abbassare l’avvolgibile, accostare le tende. Perché all’infinito la penombra resti, la luce scappi.

La farfalla di Giacomo Puccini

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di Marina Zinzani Una storia ambientata in Giappone. Una donna che si uccide per amore. Si sorride: si può morire per amore? Incantati, sottomessi, trasportati dalle arie di Puccini, assistiamo a quell’espressione dell’arte che ci trasporta lontano, in un mondo delicato e fantastico dove vivono però i drammi umani:  il dramma dell’amore tradito, ingannato, dell’amore che uccide.

Il difficile momento dell'audacia

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di Paolo Brondi (Velocità e lentezza: come decidere?) Il colpo d'occhio, il prendere decisioni improvvise, è una capacità che non va dissipata. I Greci usavano il termine kairòs , ossia il momento opportuno, che era rappresentato, nella simbologia statuaria, come un fanciullo che era calvo davanti e con un ciuffo di dietro. Da qui il significato del simbolo: se non si afferra l'occasione per i capelli, l'occasione passa.

Il giorno di John Lennon

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di Marina Zinzani (Ascoltando “Imagine”) Cosa ne dici del suo ultimo album? E’ ancora in forma, nonostante i suoi anni, non trovi? Hanno fatto un servizio su di lui, l’altro giorno, e su Paul. Dicevano che “Imagine” ha lasciato un’impronta indelebile nella musica, ancora oggi è un simbolo di pace e speranza. La sua ex moglie Cinzia è morta da poco. Lui vive ancora a New York, non è vero? Lo vedono passeggiare a Central Park, con Yoko Ono. Non ha mai avuto un carattere facile, basta leggere la sua biografia. Però è sempre stato impegnato politicamente, ogni sua parola ha fatto il giro del mondo, e quello che dice, credimi, non è mai banale. Anche sulle elezioni americane, quella cosa che ha detto su Hillary. Se.

Sogni di bambino

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di Gianantonio Tassinari Cozzar di spade sugli scudi e l’orrido grido di guerra che alto levavan i centauri nello scontro mortale coi titani. Lunghi viaggi meravigliosi per limpidi mari incantati su navi che volavan leggere fino ai confini del mondo. Questa era la mia vita quando quei libri leggevo e seduto sul banco di scuola volevo la gloria immortale.

L’amore che va oltre

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di Cristina Podestà (Commento a Non perdersi nel dolore , PL, 29/11/16) L'ineluttabilità della sofferenza e della morte cui ciascuno è destinato. Quando siamo deboli ci spaventiamo facilmente, abbiamo una particolare sensibilità emotiva e mentale, diventiamo sensibili a tutte le sofferenze di coloro che le subiscono. Durante la mia malattia non riuscivo più a guardare in televisione sparatorie, filmati violenti, reportage sulla fame nel mondo e percepivo quanto l 'essere umano fosse precario e sospeso sul nulla, con una straziante sensibilità.

Eroi che vivono di silenzio

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di Marina Zinzani “ Sventurato quel popolo che ha bisogno di eroi” (Bertold Brecht) Parole e grida inascoltate palcoscenici bui solitudini l’eroe vive in silenzio muore di silenzio. Poco resta righe sui libri di storia vaghi ricordi. Ma il sole che splende ha un po’ della sua luce.

Lo spessore opaco della letteratura

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di  Paolo Brondi Altro è lo sguardo orientato per il “dal”; altro quello che si mantiene su “del”. E’ un rapporto fra interno-esterno che ben si comprende se applicato, ad esempio ad un testo letterario: dal è lo sguardo che dal mondo si porta al testo; del indica lo sguardo che dal testo bisogna rivolgere al mondo. Chi si mantiene fermo ad una interpretazione fondata su “dal” anche pretende che il testo risponda all’esecuzione di un compito, spesso ideologico o politico, o in linea con i desideri e la mentalità del tempo corrente.

Forza delle idee

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di Marina Zinzani (Commento a “Leggendo Piero Calamandrei”, PL, 3/12/16) Alberi piegati alberi offesi alberi caduti alberi e uomini abbattuti dal vento. Ma l’albero forte non muore rimane qualcosa sulla terra nuda la forza delle idee dell’eroe silenzioso mano calda sulla spalla, ora in fredde giornate d’inverno.

Leggendo Piero Calamandrei

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«  Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione.  » Piero Calamamdrei ,  Discorso ai giovani tenuto alla Società Umanitari a, Milano, 26 gennaio 1955

Liberi ed eguali

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(ap) Risale alla notte dei tempi l’idea di una legge scritta. Incisa faticosamente nella dura pietra. Vergata da mani sapienti su preziose pergamene. Battuta a macchina sulla comune carta. Digitata sulla tastiera del computer ed infine affidata a supporti magnetici di silicio, nuovo spazio privilegiato della conservazione della parola scritta.

Il futuro di un figlio

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di Marina Zinzani Se tu avessi parlato se tu mi avessi chiesto consiglio se tu avessi chiesto il mio aiuto se tu anima fragile e inquieta avessi spalancato le tue stanze mostrato le tue paure urlato la tua rabbia detto ciò che pensavi se tu  mi avessi ascoltato, qualche volta

Voci perdute

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di Paolo Brondi Un vento freddo pettina i pini del lido spingendo in danza fugace nubi gioiose, sul dorso del mare come folti pensieri sull’eco di voci lontane attese da anni e appena perdute in questo lungo grigiore di ore

La Costituzione in una nuvola di parole

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Ombre cinesi

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di Gianantonio Tassinari Quanta gente vedo correre davanti ai miei occhi, mute ombre cinesi davanti a una lanterna. Quanti ricordi vedo passare innanzi alla mia mente: immagini che si dissolvono e che non so come fermare. Resto a guardare stupito un’esplosione di colori. Mi lascio avvolgere tutto da un turbine di suoni.

Restituzione, il modo di parlare dei diritti

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di Marina Zinzani (Commento a “Liberi ed eguali”, PL, 29.11.16) Restituzione. Significato della parola restituzione. Si usa per definire qualcosa che deve essere ridato, perché ricevuto, prestato, o preso. Soffermandoci su quest’ultima parola, preso, prendere, e sull’altra, restituire, e inserendone una terza, diritti, si potrebbe scrivere la maggior parte della storia dell’umanità: la restituzione di diritti presi.

Non perdersi nel dolore

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di Paolo Brondi Addentrarsi nel territorio inquietante della sofferenza esistenziale significa comprendere che il soffrire non è mai un'esperienza unicamente individuale, riguarda tutti, nel gioco della solidarietà che dovremmo sempre perseguire, e, per il senso che l’esistenza ha sempre, anche quando è pregna di dolore e comprende pure la morte. Solo così il dolore diventa comunicabile, oltre il muro di solitudine in cui è rinserrato chi soffre o quello difensivo o indifferente di tutti gli altri e si rende produttivo di nuove possibilità, di un nuovo sapere.

Sulla via della seta

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di Marina Zinzani Il filo di seta è fragile quasi invisibile crea tessuti pregiati foulard da mettere al collo bellezza fine e ricercata. Le impressioni di ogni giorno sono eteree sfumature di momenti creano rapporti come calde sciarpe da mettere al collo l’amicizia, l’amore, l’umanità condivisa.

Rammento i miei vent'anni

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di Giovanna Vannini (Noi, e il dopo: tra ricordi della fanciullezza, malanni del presente, e quel pizzico di nostalgia) Quando me ne andrò non lascerò un vuoto ma un pieno con diversi vuoti. Quando me ne andrò sentirò la leggerezza dell’assenza del non fatto. Quando me ne andrò sarà presto per dire che avevo finito di fare e tardi per quel tanto da fare che mi restava. Quando me ne andrò sarò il mio intero che va, verso una luce lontana, un camminamento per persona sola, un dove da arrivarci piano, da fermarsi per raggiunta meta. Quando me ne andrò rammenterò stazioni di paesi visti solo in cartolina, binari con vagoni su cui non sono salito, fermate di tram imboscate, biciclette regalate per età in crescita, pattini a rotelle per quella pista della mia fanciullezza.