mercoledì 6 aprile 2016

L’adultera: le domande che hanno cambiato il mondo

di Valeria Giovannini
(Commento di Angelo Perrone)

"Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici? (...) Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poichè insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: "Chi di voi è senza peccato getti per primo la pietra contro di lei". E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: "Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?" (Gv 8, 1-11)

Le parole scritte sulla pietra hanno la stessa valenza di quelle scritte sulla sabbia. Sono destinate a scomparire se non si entra in relazione. La legge sola non conta nulla. Occorre guardare l'altro. Non per giudicarlo, ma per vedere se stessi. E Gesù offre la più grande consolazione a questa donna. Attraverso una domanda. Anzi due. Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? Le sue domande sono inviti alla riflessione. Al contrario la condanna, parafrasando quanto scritto una volta da Umberto Galimberti, non è altro che un rigurgito di autoassoluzione a buon mercato.

(ap) La legge del taglione, che punisce con la lapidazione le donne adultere, è sospesa per sempre. Non è più ammissibile il ricorso alla vendetta e alla violenza. Definitivamente superato da un’altra legge. Il gesto di Gesù di fronte all’adultera sovverte gli schemi del tempo antico risalenti al Dio di Mosè e introduce nella vita di ciascuno l’esperienza radicale dell’amore. Un vissuto che trova nel perdono la sua prova più alta, perché asimmetrico, sbilanciato, disinteressato, senza alcun corrispettivo, infine dono personale privo di pretese, di risarcimento o di scambio. Il passaggio si confronta con l’impossibilità di perdonare l’impossibile. Ispirato al rispetto verso l’altro e le sue scelte. Quelle domande insidiose provocano sconcerto negli ascoltatori e persino sorpresa nell’adultera. Aprono un chiarore nuovo nella storia. Gesù parla all’uomo e sposta il centro del discorso  dal rapporto esteriore tra la legge e il singolo a quello intimo tra la persona e il proprio senso di sé. Chi può pensarsi così puro da giudicare l’altro? Cosa sapete voi dell’animo dell’adultera per condannarla? Non c’è tradimento più grande di quello che si consuma con se stessi. Su di esso spetta misurare il proprio senso di responsabilità.

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