mercoledì 11 ottobre 2017

Tra le mura di casa

Una storia vera quella raccontata nel film: la quotidianità di una donna maltrattata, l’incapacità di uscirne se non con la disperazione di un gesto estremo

di Marina Zinzani
Guardando il film  “L’amore sbagliato” (2015) di Claude-Michel Rome

Il film “L’amore sbagliato” lascia uno squarcio nello spettatore. E’ la  storia vera di Alexandra Lange, una donna francese che ha ucciso il marito per legittima difesa dopo anni di terribili violenze,  raccontate durante il processo. Verrà poi assolta.
Una storia di maltrattamenti come ce ne sono tante. E durante il film si cerca di capire come una donna può scendere così in basso, fino a diventare succube, schiava, incapace di uscire da un vortice simile di violenza. 
“Cambierà, mi ha promesso che cambierà.”
“Lo amo, è il padre dei miei figli.”.
”E’ questa la mia famiglia.”
“Sono caduta dalle scale, non è niente.”
“Bambini, papà era solo un po’ nervoso.”
“Non so dove andare, non lavoro, dipendiamo da lui.”
“Mi ucciderà, se lo lascio.”
Il lutto di un sentimento mai esistito, l’amore. L’aguzzino in casa propria, nel proprio letto: e pensare che magari un tempo si è fatto di tutto per stare con lui, senza ascoltare nessuno, nemmeno il proprio cuore che forse sapeva, forse intuiva.

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