Un nido di candide piume

Henriette Blondel, moglie di Alessandro Manzoni: la storia di una donna, sposa e madre, accanto ad un uomo e scrittore irrequieto. Tra fantasia e ricostruzione storica, sul filo dei sentimenti e degli ideali

Libro (editore L’erudita-Giulio Perrone, Roma, 2018)
di Chiara Pini

Brusuglio, luglio 1821. L’armonia della famiglia Manzoni in villeggiatura in campagna viene spezzata bruscamente: Napoleone è morto. Lo sgomento di Alessandro è tangibile, ma Henriette, moglie attenta, cerca di risollevarlo, scoprendo via via i segreti di famiglia: davanti ai suoi occhi si rivelano le vicende di affetti disordinati e antiche relazioni spezzate dall’incomprensione e dall’assenza di valori condivisi.
È in questo caos che la giovane assiste silenziosa alla genesi del Cinque Maggio: grazie alla sua sensibilità, riesce a trasformare la disperazione del marito in febbrile spinta creativa, lasciando che, attraverso l’inchiostro, egli renda immortale colui che «cadde, risorse e giacque».
Una narrazione sospesa fra il romanzo e il saggio, in cui l’autrice si divide tra immaginazione, realtà storica e critica letteraria. Con uno stile limpido e attento ai particolari, queste pagine restituiscono la giusta luce a una figura troppo spesso evanescente, ingiustamente posta nell’ombra dell’autore de I promessi sposi. Henriette torna così a essere donna portatrice di una storia di eterno femminino, sullo sfondo di quelli che sono alcuni dei versi più celebri della letteratura italiana.

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