giovedì 20 agosto 2020

Ricordi

Suoni di altri tempi, volti che appartengono al passato


di Cristina Podestà

Me ne accorgo all’improvviso. Certi rumori non accompagnano più le nostre vite: il gettone telefonico, il ruotare del disco del telefono di casa, i suoni dei tasti della macchina da scrivere. E molti altri suoni che vivono ormai soltanto nei nostri ricordi.

Come il rumore del registratore quando lo si faceva partire o il nastro che si riavvolgeva. Eppure era appena ieri, questo mondo fatto di ingranaggi e pulsanti dei quali oggi, di colpo, sento la mancanza.
Non possiedo grandi virtù: tendo a razionalizzare troppo, non sono molto responsabile, sono troppo disimpegnata. Queste erano le caratteristiche con cui mi dipingevi tu, ai tempi degli ingranaggi e delle schede telefoniche.
Tutto questo mi torna ora alla mente, perché proprio oggi sto maledettamente pensando a te. Vi sono circostanze in cui formulare delle previsioni è inevitabile ed io avevo fatto dei pensieri sul mio futuro con te. E avevo sbagliato.
In un giorno di aprile mi avevi rinfacciato tutto il brutto che c’è in me, e mi avevi scaricato. Avevo avvertito una punta di fastidio narcisistico ma ero abituata a quel tipo di percezione. Normalmente infatti conoscevo la sensazione dell’assenza, di ciò che mi mancava e di cui ero sprovvista.
Consapevole come nessuno, ero perfettamente conscia dei miei limiti. Spesso il mio io fa i conti con sè stesso, poiché è altro da sè e dunque si contempla e si interroga dall’esterno. E sa criticarsi. Ma sottolineati da te, questi difetti mi pugnalarono.
Avevo frequentemente tenuto atteggiamenti seduttivi per sollecitare conferme, ma poi in fondo avevo un minimo di credibilità in me, tanto da credere al tuo amore.
Invece è andata così, e mi consolo con il mestiere che ho scelto e mi gratifica. Mi chiamano consulente filosofico, detto più volgarmente sono una psicoterapeuta che aiuta le persone con problemi e disagi esistenziali. Cerco di indirizzare a trovare un metodo, una specie di schema filosofico che possa guidarle a superare le loro difficoltà. Sono sofferenze personali, non esattamente malanni, ma possono inficiare la vita della gente. E io le aiuto a venirne a capo.
Questo sono diventata. Con tutti i limiti che mi hai rinfacciato quel giorno. E sono finalmente soddisfatta di me. Forse tu non lo saprai mai, né quanto male mi hai fatto allora, né quanto adesso invece io sia realizzata e felice. Ma oggi mi sei passato per la mente. Ed ho voluto dirtelo.

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