lunedì 1 agosto 2022

Mare

di Marina Zinzani

(“Normandia” – Françoise Hardy)

La mamma che ci chiama. È ora di salire dall’acqua. Siamo piccoli e certamente felici, basta poco per esserlo. Il salvagente è corollario della magia dell’acqua, così come il secchiello, le forme di plastica che creano immagini dalla sabbia bagnata, e il castello lì a riva, costruito dalla mattina.
Usciamo dall’acqua contrariati, ancora un po’, ancora un po’, abbiamo protestato. Ma la mamma ha fatto finire l’incanto. 
Ci sono altre cose da fare fino a sera. Creare una pista con le palline di plastica. Giocare con il bambino vicino al nostro ombrellone, anche se non sappiamo come si chiama. Un panino alla mortadella che la mamma estrae dalla borsa, mangiato con un appetito vorace. Il vicino di ombrellone accende la radio e si sente una canzone che va di moda. 
Dal pomeriggio si è levato un vento dal mare che porta a sonnecchiare, un giornalino e l’occhio cade, ci si abbandona ad un sonno profondo, voci di sottofondo di bambini che piano piano si allontanano e si entra in un limbo piacevole.
Un gelato, al risveglio. Moretto, ghiacciolo. La gente inizia ad andarsene, ripone tutto nella borsa, teli, abbronzante, giocattoli.
Anche noi dobbiamo andare. Si raccolgono le cose in giro, non dobbiamo dimenticare niente. Arriviamo al bar dando un ultimo sguardo al mare. Il prossimo sabato staremo di più in acqua, di questo ne siamo certi.

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