Jane Birkin

di Marina Zinzani

Alla fine rimane un senso di malinconia. Perché con Jane Birkin se ne va un pezzo di storia, un pezzo di un’epoca in cui si mischiava un sottile erotismo, grazia, talento, inquietudine, desiderio di libertà, di anticonformismo, quel mondo francese che ha incantato generazioni.
Se ne va la sua voce morbida e sensuale, la bellezza velata di malinconia, segnata dal tempo, quel tempo che riesce a scalfire i volti, a deturparli, come un padrone che vince sempre, che predomina sprezzante. 
Ma il tempo non può portare via tutto, e certe persone rimangono e rimarranno sempre nella memoria, nella coscienza collettiva, e quel qualcosa che hanno donato, spesso indefinibile a parole, continuerà ad incantare.
Un giorno le cadde una borsa in aereo, e la persona che era con lei le disse che avrebbe creato una borsa apposita, capiente e comoda, a cui venne dato il suo nome. Una donna e il nome di una borsa, Birkin, costosissima e desiderata. Una cosa che fa sorridere. Altri tempi. 
Jane Birkin ha segnato un’epoca, a cui si guarda con rimpianto. Erano lontane, impensabili, certe vicende di ora, certe aberrazioni. C’era grazia, nelle sue canzoni e nelle sue interpretazioni di attrice.
Buon viaggio, Jane.

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