venerdì 23 agosto 2024

"Confessione di Stavrogin" di Fëdor Dostoevskij

di Liana Monti

All’interno di un romanzo famoso “I demoni” troviamo un personaggio particolare.  La storia fu inizialmente censurata in quanto ritenuta oltre i parametri dell’etica e della morale.
Il protagonista vive una vita sregolata senza dare troppo peso, apparentemente, al rispetto e alla riservatezza altrui. 
Un giorno accade un fatto che cambierà per sempre il corso dei suoi giorni e che lentamente e inesorabilmente andrà a sgretolare le proprie sicurezze e superficialità.
In una similitudine con il protagonista di “Il sogno di un uomo ridicolo” o anche in “Umiliati e offesi” egli si trova a contatto con una giovane che rappresenta l’innocenza più assoluta, alla quale la vita non ha regalato né molte cose materiali né tanto meno spirituali e pagherà per colpe non sue nel turbamento dell’isolamento e dell’incomprensione, con ingiuste punizioni e percosse fino ad arrivare al suicidio.
Nel corso di questa vicenda emergono fortissimi i concetti di castigo, vergogna, colpa, paura, odio, vendetta che si trasformano in rimorso di coscienza, pentimento e bisogno di pagare per i propri peccati.
Viene da osservare quanto sia attuale questa tragedia nella vita di tante persone ancora oggi e chiedersi come mai la società spesso non sia capace di proteggere i più deboli, nonostante il trascorrere del tempo, i cambiamenti sociali, le conoscenze culturali e tecnologiche, in un mondo in cui esistono ancora forti differenze dovute alla sfortuna di nascere nel posto sbagliato e dove i diritti non sono uguali per tutti e la voce e la sofferenza degli indifesi svaniscono nel vuoto, nel silenzio e nella solitudine.

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