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Visualizzazione dei post da ottobre, 2016

Lei, qui ed ora

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di Giovanna Vannini Tra me e lei lontananza.  Null’altro che questo  di più non mi è concesso.  Oggi porta pantaloni lunghi e borsa grande,  e una bottiglia d’acqua nella mano.  Ha sciolto i capelli sulle spalle,  ha messo ai piedi scarpe basse. 

Amore invisibile

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di Marina Zinzani Io ti ho dedicato il mio tempo ti ho preparato il cibo che doveva nutrirti, con amore ti ho aperto la porta di ogni giorno ti ho sorretto nei lunghi giorni della malattia tu mi sorreggevi tu presenza fragile che mi hai fatto intravedere la verità delle cose.

Sino alla Pieve di Palaia

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Il saccheggio che ci circonda

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di Paolo Brondi Da sempre le guerre, le violenze di gruppo, le sopraffazioni, hanno avuto tra le vittime non solo donne, bambini, uomini, ma anche le cose più belle delle civiltà: i templi, i segni religiosi, le opere artistiche più espressive e irrepetibili.

Charlotte Church, voce d'angelo

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Turno di notte

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di Marina Zinzani (Storie di sanità: quando subentra il senso di colpa) Il medico guarda dalla finestra, è notte. Solo qualche minuto prima e tutto sarebbe stato diverso… Qualche minuto e quella giovane donna sarebbe stata ancora lì, fra i suoi familiari, a parlare. Sarebbe tornata poi nella sua casa a cucinare, a preparare un compleanno, a vedere amici. Con tutta la vita davanti. Dio, il caso, o la sanità? Cosa regola i fili delle esistenze?

Tante Cabirie, storie di prostitute

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di Marina Zinzani (Ancora Federico Fellini: "Le notti di Cabiria", il sogno di vita di una prostituta ) Chiudere gli occhi ed entrare in un sogno. Amaro. Pieno di illusioni. La speranza di una prostituta di cambiare vita e di incontrare qualcosa di buono. No, non le accade: anche l’ultima persona di cui si fida, quella che sembra aprirle le porte di un mondo tanto sognato, si mostra l’ennesimo, tragico affronto che la vita le fa. Perché sembra che Dio si volti dall’altra parte, per certe persone.

Crescendo con le fiabe

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di Cristina Podestà (Le fiabe, nell’immaginario collettivo) Parlavo qualche tempo fa con gli studenti dell'importanza delle fiabe di un tempo. Esse nascondevano verità assolute, con enormi ed utilissimi significati di carattere antropologico e culturale.   Rientrando nell'immaginario collettivo dei popoli antichi che, di generazione in generazione rappresentavano usi e costumi, riti religiosi e pagani, sono sempre state simboli delle organizzazioni sociali e familiari, mezzo fondante di educazione dei bambini, non essendo bugie ma contenendo una educazione morale.

Federico Fellini, non è un addio

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(ap) In un angolo del Centro di arte contemporanea “Pecci” di Prato, aperto da poco dopo un avveniristico ampliamento che l’ha trasformato in una navicella spaziale, e dedicato alla presentazione delle ricerche artistiche più avanzate, risuonano all’improvviso, melanconicamente, delle note inconfondibili, che richiamano altri tempi.

Le strade della preghiera

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Polittico di Simone Martini, 1320, Museo San Matteo, Pisa (foto ap) di Ma rina Zinzani Se scrivere è come pregare… Se quel momento di raccoglimento, pausa e percezione di sé, diventa ascolto delle proprie emozioni, delle riflessioni della giornata o degli anni, passati e da divenire. Se l’ascolto dell’altro è come pregare… Se quel momento diventa cosa lieta e una   mano delicata si posa sulla spalla, la mano che alza il mento dell’altro e gli estorce un sorriso.

I sentieri della fiaba

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di Paolo Brondi (La figura di Maria che ispirò i fratelli Grimm) Pure l’immaginario fiabesco, come tanti altri valori, non ha più forza e presenza in un sistema culturale razionalista e pragmatico. In altre lontane epoche, la fiaba circolava come prodotto di una tradizione orale, gradita da ogni ceto sociale e in ogni età.

Parole che curano

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L’amore è tutto

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https://www.youtube.com/watch?v=1C5CyNY0IP8

Tempo di preghiera

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Monastero Santi Quattro Coronati sul Monte Celio a Roma (foto ap) di Marina Zinzani Il tempo della preghiera ricorda le puerili certezze dei bambini ti proteggerà, Gesù hai detto le preghiere? Si perde negli anni il tempo della preghiera ci si perde fra innumerevoli strade perdersi e dimenticare costruzione difficoltosa di case, di vite si dimentica il silenzio.

Luce che attendo

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di Marina Zinzani Vetro appannato pulito con la mano, si intravede una luce là fuori. Chi sei? Luce che attendo, che anelo, luce che mi può illuminare, pace, quiete, non so cosa, stai venendo verso di me? Attesa, io aspetto, aspetto. Si appanna ancora il vetro, chissà se c’è mai stata, una luce là fuori…

Ridendo con Stanlio e Ollio

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(ap) Stanlio e Ollio, binomio inscindibile di tanti film, interpretavano una coppia comica dai tratti esilaranti. Erano diversi apparentemente in ogni aspetto, dal fisico al modo di vestire e di gesticolare. Stanlio gironzolava senza meta, piangendo in modo isterico e grattandosi la testa sconsolato ogni qual volta incontrava delle difficoltà, incapace di affrontare da solo i più modesti inconvenienti quotidiani.

Un ricordo, a S. Anna di Stazzema

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(ap) A Sant’Anna di Stazzema, la mattina del 12 agosto 1944, una furia violenta travolse ogni cosa: intere famiglie distrutte, i nonni, i genitori, i figli; centinaia di corpi rimasero senza vita, trucidati, uccisi, straziati. Anna era l’ultima nata nel paese ed aveva appena 20 giorni. Evelina quel mattino aveva le doglie del parto. Genny, prima di morire, scagliò una scarpa per difendere il suo piccolo.

Arrivare tardi?

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di Cristina Podestà Breviario scolastico (PL, 15.10.16) tocca corde delicate. Argomenti che sfuggono ai più, alla gente che si è dotata di ultimissimi modelli di auto o di iPhone, ma che ignora totalmente la conoscenza del sé e dell'altro. Essere conformi, oggi, significa essere riconosciuti e accettati, 'famosi' secondo il concetto di fama proposto dall'industria televisiva o diffuso dai social media.

La cena

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di Marina Zinzani (Il lavoro perduto: lo smarrimento della propria identità, la presenza degli affetti) Non c'è niente che possa offrirti, solo le mie mani nude, i miei abiti consumati, i miei sogni infranti. Avrebbe voluto dire questo alla moglie, perdere il lavoro è lacerazione, paura, amarezza. E' il silenzio dentro, è il futuro che diventa oscurità, tormento. Avrebbe voluto dire questo alla moglie, ma non lo fece.

Casa d'altri

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di Marina Zinzani Te la ricordi la casa dei nonni? La tapparella alzata, la macchina da cucire davanti alla finestra, i tortelli con la saba, i capelli bianchi della nonna tenuti con un fermaglio, gli odori del brodo, la vicina che veniva.  La casa è abitata da altri, ora.

Dissolvenze

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Poesia di Gianantonio Tassinari (Commento di Angelo Perrone) (ap) Nella moltitudine delle cose e dei pensieri, accade di percepire delle ombre. Sono forse un presagio misterioso ed angosciante. Quando si interrompe la corsa quotidiana e si fa più lento il turbinio della mente, un chiarore improvviso ci rivela il nostro peregrinare da soli su questa terra.

Breviario scolastico (per studenti, e non solo)

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di Paolo Brondi Conformità : la forza della conformità, l’efficacia sociale del pubblico consenso, la bassa competenza linguistica, che sono i segni di maggior ricorrenza, inducono ricorrenti manifestazioni di anomia, di dissacrazione dei valori tradizionali, di noncuranza degli stessi valori vitali, ecologico- ambientali, socio-affettivi, con l’indifferenza e lo scetticismo di massa, con fughe negli universi della droga. E, quindi, l’oggettiva necessità di prevenzione verso tali rischi.

In attesa sulla Route 66

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di Giovanna Vannini Quando da lontano sentivano il motore lanciato della jeep di Cristopher, si mettevano in posa. A vicenda si rassettavano, pregando ognuna il vento padrone, di mettere più forza, più impeto, nel suo movimentato mestiere, così da sganciare almeno di una il paletto, spalancarne la porta. Cristopher, perennemente in ritardo, alla bocca in metallo già aperta, si sarebbe fiondato, depositando nel ventre di ferro, cibo buono per quella giornata. Una sgommata polverosa e poi ripartiva. Nella nube restavano ferme, a scambiarsi impressioni sul peso lasciato negli stomaci arrugginiti, immaginandosi il sapore del contenuto, pontificando su chi ne avrebbe del gusto goduto... Una vita in attesa la loro. E intanto calava la sera…

Bullismo: cosa rimane?

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di Marina Zinzani (Dedicato a Britney Mazzoncini, suicida per bullismo a Glasgow) Quando andare a scuola significa anche altro. Quando la propria casa protetta è lontana, e la mamma, il papà, l'adorata nonna sono lontani, e non riescono a difenderti. Quando le offese, le vessazioni sono forbici che entrano dentro la carne e mutano la mente, e tolgono l'autostima, timida compagna di se stessi. Quando a poco servono altre parole, affettuose, perché la ferita è profonda, troppo profonda.

Il ghetto

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di   Marina Zinzani Un tempo sospeso, una grande lapide davanti alla sinagoga che ricorda le vittime e una lunga scritta, sembrano stradine dove si capta quasi una vita passata, antica e anche più recente. Mi sono chiesta se le pietre, le case conservano ancora le paure, i tormenti, di quello che è successo agli ebrei, che lì a Ferrara erano una comunità numerosa.

Cos’è la felicità?

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di Paolo Brondi (La felicità è a portata di mano? Persino la memoria dei sapori può venirci in aiuto) La felicità pare residuata a un nome nel dizionario. Se ne possono comunque ricercare le tracce, disseminate nei vari luoghi della cultura. “Essere qui è stupendo”, dice R. M. Rilke ( Lettere a un giovane poeta , Adelfi, Milano, 1985), significando l’impossibilità di sottrarci del tutto all’effimero e alla banalità delle ore e dei tempi.. ma anche la necessità di non essere soccombenti, di non subire cioè tutta la forza negativa del banale e di educarci e rieducarci a cercare sempre un senso, una traccia di felicità.

Una verità per Laura

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Racconto di Paolo Brondi Laura Boni aveva superato, da appena un anno, il concorso per entrare nei ruoli superiori della polizia e dalla nativa Spoleto era stata assegnata alla sede di Firenze. Brillante studentessa di giurisprudenza nell’università di Perugia, si era laureata ad appena ventitré anni. 

Un bellissimo viaggio

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Lettera di Marina Zinzani Carissima, c’erano delle volte in cui avrei voluto fermarmi a parlare con te, ma tu andavi sempre di fretta, e sembrava bizzarro e fuori luogo parlarti di qualcosa di diverso dal solito. Anche se si vive insieme, a volte è così difficile lasciarsi andare e raccontarsi. La festa è pronta, i vestiti, gli inviti, il trucco. E’ così importante tutto questo, ora. E’ l’ultimo giorno in cui resti in questa casa, da domani sarai in un’altra città per un bellissimo viaggio, e poi in un altro letto, in altre stanze. 

Era mio nonno

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Racconto di Paolo Brondi Che nonno era mio nonno che nei giorni dal sole fioriti non mancava di condurmi, mano nella mano per ogni sentiero del bosco alla ricerca di funghi o di rossi mirtilli e, nelle sere lucenti di luna e di stelle, mi guidava in un mondo di fiabe e racconti di mirabile intensità e poesia. Nel salotto buono, ove quel “buono” allora valeva per “prezioso”, “intoccabile”, “discreto”, non frequentabile quotidianamente, ma in particolari momenti , teneva appese, al centro della parete di fronte alla porta d’ingresso, tutte le sue medaglie: quelle meritate nella guerra Italo-Turca (1911-’12), quelle conquistate lungo i tormentosi mesi dei combattimenti sul monte Grappa e a Caporetto, nella prima guerra mondiale.

Leggendo Pablo Neruda

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(Commento di Angelo Perrone) T’amo come si amano certe cose oscure, segretamente, entro l’ombra e l’anima. T’amo come la pianta che non fiorisce e reca dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori; T’amo senza sapere come, né da quando né da dove, t’amo direttamente senza problemi né orgoglio: così ti amo perché non so amare altrimenti che così, in questo modo in cui non sono e non sei, così vicino che la tua mano sul mio petto è mia, così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.

Gioia effimera

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di Marina Zinzani (Ascoltando Mstislav Rostropovich - Bach - Adagio, from BWV 564) Ti ho toccato con le mani ti ho tenuta stretta ti ho guardata a lungo ho pensato a un nascondiglio lontano da sguardi invidiosi ti ho atteso tanto ti ho costruito un rifugio perché tu restassi. Ti ho tenuta fra le mani bolla di vetro cristallo sottile così sottile che si rompeva gioia, momento lieto, quasi felicità.

Quella notte improvvisa

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Racconto di Vespina Fortuna All’improvviso fu notte. Si spense anche l’ultima luce alla finestra. La luna, offesa, comandò il buio e il sole obbedì.

Profumo di caffè

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Racconto di  Valeria Giovannini Uscivo molto presto, la domenica mattina. La casa di mio nonno distava alcuni chilometri che percorrevo a piedi lungo file di viali alberati. Radunavo i miei pensieri. E poi li liberavo in aria come palloncini colorati. Assaporavo ogni sensazione.

La telefonata

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Racconto di Paolo Brondi  In quel pomeriggio appena spiovuto, la luce azzurro-grigiastra del cielo s’insinuava tra le carte e i libri che Giulio riponeva con meticolosità negli scomparti della sua libreria. Stava per partire senza meta. L’ultimo caso lo aveva indotto a fare un bilancio della sua vita e l’esito lo scoprì drammatico. Il silenzio di Forte dei Marmi che, nei mesi che vanno da settembre a maggio, favoriva la sua concentrazione e gli consentiva, dopo il gran rumore della stagione estiva, di rinnovare creatività ascoltando il linguaggio del mare, delle campane della chiesa vicina, e di andare per strada riuscendo a parlare e ad ascoltare gli amici incontrati… non gli bastava più. 

La casa segreta

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di Marina Zinzani (Commento di Angelo Perrone) (ap) Finalmente un rifugio, dopo anni di violenze, soprusi, umiliazioni. La casa di accoglienza è una struttura protetta per le donne che hanno subito maltrattamenti. Un luogo dove si sperimenta finalmente la solidarietà. Forse per la prima volta. Ma è difficile pensare che sia una casa come tutte le altre, solo più nascosta ed affollata. Un terremoto ne ha scosso le fondamenta e ogni angolo ne conserva ancora le tracce tremende mettendo allo scoperto i segni del trauma: il corpo violato e sfruttato, l’intelligenza calpestata ed offesa, la bocca tappata, le ali spezzate.