Bullismo: cosa rimane?

di Marina Zinzani
(Dedicato a Britney Mazzoncini, suicida per bullismo a Glasgow)

Quando andare a scuola significa anche altro.
Quando la propria casa protetta è lontana, e la mamma, il papà, l'adorata nonna sono lontani, e non riescono a difenderti.
Quando le offese, le vessazioni sono forbici che entrano dentro la carne e mutano la mente, e tolgono l'autostima, timida compagna di se stessi.
Quando a poco servono altre parole, affettuose, perché la ferita è profonda, troppo profonda.
Quando si ricorre ad una parola per spiegare ciò che accade: bullismo.
O meglio dire ciò che è accaduto, perché si parla al passato, quando si parla di vittime del bullismo. Alcune sono fantasmi, perché hanno pensato di dormire per sempre, prendendo una dose eccessiva di ansiolitici o facendo qualcos'altro. Ma anche le altre vittime sono fantasmi: cosa rimane di volti sorridenti, di corpi acerbi con tante speranze, della freschezza di chi si affacciava al mondo?

Commenti

Post più popolari

🎭 Totò e l'arte della truffa: il sogno di possedere la Fontana di Trevi

Innamoratevi! La lezione di poesia e amore di Roberto Benigni

🌻 Profumi di erbe, e fiori: l'infanzia tra natura e tablet 🌱

❄️ La spiaggia così bianca: elogio della sorpresa e della neve sul mare

Contro la forza la ragion non vale: la violenza fa tacere la parola