Il ghetto

di  Marina Zinzani

Un tempo sospeso, una grande lapide davanti alla sinagoga che ricorda le vittime e una lunga scritta, sembrano stradine dove si capta quasi una vita passata, antica e anche più recente. Mi sono chiesta se le pietre, le case conservano ancora le paure, i tormenti, di quello che è successo agli ebrei, che lì a Ferrara erano una comunità numerosa.


Li senti questi passi?
Le odi queste voci?
Sussurri sembrano.
Aspetta,
sento qualcosa
cuori che battono, pensieri,
aspetta
fammi sentire
fammi sentire.
Scenario sospeso
di case antiche
di stradine e labirinti
se chiudi gli occhi
li senti anche tu i respiri
lamenti e dolore
vite dilaniate dal male
quante paure.
Dura qualche istante
l’attimo magico
immagine di ciò che c’era
immagine di tanti anni prima.
E ora gli occhi si riaprono
illusione è stata
o tempo che è tornato
a portare con il vento
le vite passate
le vite perdute
gli affanni e gli amori
perdersi e ritrovare
briciole di vita vissuta
persone immaginate
mentre la pioggia scende
e ogni cosa sembra magica
bellissima.

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