Quella notte improvvisa

Racconto di
Vespina Fortuna

All’improvviso fu notte.
Si spense anche l’ultima luce alla finestra.
La luna, offesa, comandò il buio e il sole obbedì.


Ogni stella sparì dal cielo e scomparvero tutte le ombre, all’improvviso.
Due gatti neri camminarono a passo felpato rasentando il muro del vecchio capannone in disuso.
Non un rumore in giro né un alito di vento.


D’un tratto, il cancello del cimitero stridette riecheggiando negli scuri viali delineati da alti pioppi appuntiti.
Il pianto di un bimbo scosse le foglie del sicomoro e fu allora che una pioggia d’argento cadde a lavare la notte.
Il gallo urlò con voce strozzata ed un timido sole provò a riaffacciarsi tingendo il cielo di un’aurora dai tenui colori pastello.


La luna si riaccese lontana e piccina mostrando ancora i segni di un lungo pianto dirotto. Non furono gocce di pioggia, dunque, ma lacrime lunari a lavare quel nero sudario.
L’uomo, ignaro, fu perdonato ancora una volta e, lentamente, spuntò il nuovo giorno.

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