venerdì 7 ottobre 2016

Leggendo Pablo Neruda

(Commento di Angelo Perrone)
T’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, entro l’ombra e l’anima.
T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
T’amo senza sapere come, né da quando né da dove,
t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.



(ap) Pablo Neruda aveva un concetto drammatico e romantico della vita: Scrisse una volta: “non mi riguarda se non ciò che giunge profondamente alla mia sensibilità”. Si definiva un uomo tranquillo, era nemico non solo delle leggi e delle istituzioni, ma anche delle convenzioni, delle banalità della vita moderna che rendevano freddi e codificati gli stessi sentimenti.
Non  amava perciò la freddezza e la purezza stilistica delle poesie moderniste, troppo perfette e magari di buon gusto, per non essere prive di ardore.
Il suo rapporto con la realtà lo esaltava al punto da fargli credere di essere interprete autentico ed unico di qualsiasi segno essa volesse lasciare di sé. La realtà era sempre presente davanti al poeta, sotto forme spesso estreme e tragiche: rinuncia malinconica ad un bene inafferrabile, eterna rovina, continua disgregazione dei sentimenti, ma anche inno alla vita percepito, nella sua estremizzazione, come così legato alla morte incombente.
E’ stato definito il più grande cantore dell’amore. Un sentimento cantato in tutti i suoi aspetti, senza confini e senza limiti, se non quelli della vita stessa. Era l’amore da vivere in modo intenso, totale ed assoluto, per tutta la vita o per un giorno, o magari per un’ora.
I suoi versi non mostrano parole raffinati, ma vocaboli semplici, eppure capaci di donarci, nell’armonia e musicalità dei versi, grandiose coinvolgenti emozioni. Egli era un osservatore della vita umana in tutti i suoi aspetti, descritta ed esaltata con semplicità, la stessa che rendeva la sua poetica – priva di contorsioni e difficoltà linguistiche – davvero universale e così vicina al cuore di tutti.
Il ritmo dei suoi versi è incalzante, ci prende, ci avvolge. Rapisce l’anima, con stupore e calore infiniti.

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