domenica 20 agosto 2017

Lavorare bene, missione impossibile?

Stenotipia giudiziaria: una professione svalutata. La mortificazione attuale ha origini lontane

di un (ex) stenotipista di tribunale
(Commento a Non basta sopravvivere, PL,  5/7/17)

Ho scelto di non passare dall'altra parte, con tutto il rispetto per i poveri cristi che hanno voluto/dovuto aderire, nonostante stiamo vivendo in un'epoca di vera crisi. Non accetto di continuare a fare la mia professione essendo svilito ogni volta di più, sfruttato ogni volta di più. Probabilmente dovrò reinventarmi e fare altro. Poco male, direi.
Preferisco essere moderatamente ottimista, anche se è dura. So che ci vorrà tempo affinché i nodi vengano al pettine e si giunga a una nuova gara per i servizi di resocontazione. Tutto questo dovrà passare per dei tempi tecnici abbastanza lunghi nella migliore delle ipotesi. Tuttavia, che nessuno si illuda che i problemi siano risolti.
Il sistema al ribasso mortifica tutti. Chi fa questo lavoro con serietà sa di cosa parlo. Il problema è che c'è gente che pretende di fare di questo lavoro l'ennesima "cineseria" e lucrare sulla quantità sacrificando la qualità. Nel 2006, con la nascita di Astrea, ho passato un periodo a Roma prendendo parte in prima persona ai lavori presso il Tribunale di Roma e avendo quotidianamente contatto con le altre ditte consorziate. 
Ebbene, ho conosciuto persone, sia imprenditori che colleghi, che non avevano neanche idea di cosa fosse la lingua italiana; ho dato una scorsa ai verbali quando ero alla postazione di stampa e ho visto purtroppo delle vere e proprie mostruosità. 
Molti imprenditori del settore sono manchevoli delle più elementari competenze e pensano meramente ai numeri e alla produttività; d'altro canto, molti addetti ai lavori sono selezionati con troppa leggerezza e allora ti ritrovi a lavorare sotto una continua pressione "perché se non lo fai tu ci sono altri mille che lo fanno a meno di te".
Oppure ti ritrovi a dover sbobinare dell'audio fonoregistrato male, perché il tizio che sta in aula a registrare o è stato formato male, o deve fare fronte a cinque aule contemporaneamente.
Un effetto domino: tutto, ma proprio tutto, ricade sullo stenotipista che è costretto a lavorare in condizioni allucinanti, vessato e pressato da tempi di consegna impossibili, il più delle volte facente parte di organici sottodimensionati, dovendoci mettere una pezza ai pasticci che altri combinano.
Ho sperimentato personalmente che a volte l'imprenditore mette le mani in pasta e combina più guai che altro. Qualcuno di voi ha mai provato l'ebbrezza di vedersi assegnato un lavoro con la massima urgenza, magari costretto a farci la nottata e finalmente terminato il lavoro scoprire sul portale che quel lavoro era stato già consegnato? Cioè, assegnato due volte a persone diverse?
E allora non si può non constatare che è diventata una mission impossible. La situazione attuale è ancora peggio, con l'anomalia  del subentro di imprese di pulizia, allora si deve prendere atto che questo sistema è arrivato al collasso, non si è saputo fare la voce grossa quando tutto questo è incominciato, curando prima di tutto la professionalità e il valore di questo lavoro, svendendoci a cifre ridicole.  

1 commento:

  1. "Se hai un sogno, lo devi proteggere", tratto dal film “La ricerca della felicità” di Gabriele Muccino.
    Caro ex stenotipista, mi dispiace che tu sia ex.
    Con stima e rispetto per ogni scelta.

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