martedì 24 giugno 2025

Il selficidio dell'arte

(La Nazione)
(Angelo Perrone) È sconcertante assistere a un episodio come quello accaduto agli Uffizi. Un dipinto del '700, testimone di secoli di storia e bellezza, danneggiato non da un atto vandalico consapevole, ma dall'assurdità di un selfie.
Questo evento, grottesco nella sua genesi, è un sintomo del declino della responsabilità individuale di fronte al culto dell'immagine.
L'uomo inciampa, non per disattenzione, ma perché assorto nel tentativo di replicare una posa per un "meme", l’effimero del social media.
Il valore dell'opera d'arte e il silenzio che dovrebbe accompagnarne la contemplazione, tutto si dissolve di fronte alla compulsiva necessità di catturare e condividere un momento, un'immagine di sé. Non è un incidente fortuito, ma la conseguenza di un'assenza, che riguarda la consapevolezza sia del contesto che di sé.
Le parole del direttore Verde, che annuncia "misure antiselfie", suonano come un'amara constatazione. Siamo arrivati al punto di dover difendere l'arte non solo dall'usura del tempo o dal vandalismo, ma dall'indifferenza di chi non riconosce il valore, ma percepisce il mondo come sfondo per la propria auto-rappresentazione digitale.
Il problema non è il selfie in sé, ma la mentalità: una cultura in cui l'esperienza viene sacrificata sull'altare della visibilità, e la responsabilità individuale si appanna nell'ossessione per l'immagine da pubblicare. Un triste quadro che, a differenza di quello danneggiato, faticherà a trovare restauratori.

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