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Lisa

Una musica, attimi incantati che svaniscono in fretta

di Marina Zinzani

La rincorsa dei giorni, negozi affollati, il lento passare delle ore senza ricordare niente, niente che potesse essere di aiuto a rischiarare le ombre. Poi, all’improvviso, una musica. Il suono di un pianoforte. Chissà qual era il brano, chissà chi suonava quello strumento con così tanta maestria e dolcezza.

Lisa si fermò, sotto la finestra da dove provenivano i suoni. Sentì una strana leggerezza, una strana gioia.
Note che uscivano in una stradina poco affollata, alle dieci del mattino. Un pianista si esercitava. Il sole, il mare, il vento, gli alberi, le foglie, la luna, le stelle, il sorriso di chi si ama: impressioni accese da note che uscivano da una stanza misteriosa e che si espandevano nell’aria.
Era come se ogni cosa apparisse ora lieve, trasformata. La gioia sembrava diffondersi ovunque in quella strada, delle persone passavano e sembravano più sorridenti, come se avessero una segreta gioia dentro il cuore, perfino un cane guardò in alto, da dove provenivano quei suoni.
Poi, passò un autocarro, la strada era stretta, e il conducente non si accorse che aveva sfregato una macchina in sosta. Scese l’uomo, irritato, scuoteva la testa. Arrivò un’altra auto e cominciò a suonare, l’autocarro bloccava la strada.
Ora il rumore del clacson appariva come una sirena irritante. Finito, tutto finito. Perché quando la strada fu libera, niente fu più come prima, non si sentiva più nessuna musica provenire da quella finestra, ogni cosa era tornata con i suoi colori opachi, le persone che passavano apparivano ora cupe.
Lisa si allontanò, guardando in alto, sperando di risentire quella musica. Ma la meraviglia se n’era andata, svanita, in mezzo al rumore e al nulla.

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