Passa ai contenuti principali

Esperienza

La ricerca di umanità e di logica, nella casualità meccanica della vita

di Bianca Mannu
Introduzione dell’autore

Le cose e i corpi tremano, e il pensiero è qualcosa di indefinito, un patimento: un disagio. Sei quasi umana in quanto dolente, ma sei anche elemento chimico: rispondi meccanicamente alle istanze primordiali e alla casualità che si presentano come calore luminoso. Sei un po' vegetale e un po' rettile.
È la tua prima occasione per una presa di coscienza. Sei un vivente che sguscia dalla cattività e tenta imprimere al mondo frammentato il segno d'una logica ordinatrice. Perché quando compare la parola, ad essa sta sotteso, ignoto e invisibile, l'intero codice.  E nulla sarà più come prima.

Ho vissuto millenni
nella minaccia del verbo ruggente
precipitando nel baratro
della parola mancata.
Ho oscillato e sobbalzato
lungo l’arco ambiguo del gesto
che non smette di fendere
il vorticoso etere del senso ancestrale.
Sono rimasta sepolta
sotto lastre di silenzio
e raccontarmi pensieri
senza parole possibili
- il cuore convulso e assottigliato -
- chiusa in un tempo sterile-
come in una bara vuota.
Mi sono ammaestrata
all’osmosi presensoriale
con la terra e col buio umido
dove fermenta il senso.
Sono sgusciata infine
dall’epicentro fortunoso d’un sisma
come un lemure incolore
per suggere col corpo intorpidito
il veleno bruciante del sole.
Per vivere e vivermi.
Finché avrò guizzo d’intelletto
soffio ossigenante e cuore
- lucida intensione-
scaverò segni/parole –mio sangue
già antico e captivo -
con l’unghia della mente
sulla silicea sordità di questa
Babele planetaria
che frange in pulviscolo il Presente
e uguaglia ai suoi frammenti
ogni germe di Futuro.

Commenti

Post popolari in questo blog

👻 Varosha e il vuoto: la città fantasma di Cipro come specchio interiore

(Introduzione a Daniela Barone). Varosha non è solo un quartiere abbandonato di Famagosta, ma il simbolo di un trauma storico congelato all'estate del 1974. Tra le sue rovine silenziose e le spiagge un tempo meta del jet set, si nasconde il racconto della violenza e della perdita, ma anche una profonda lezione filosofica. Il suo status di "non luogo" si riflette nel vuoto interiore che, come esseri umani, siamo costretti ad affrontare.

Il braccio della morte e l'amore tossico: storie parallele di redenzione

(Introduzione a Daniela Barone). La pena capitale interroga la morale di ogni società, ponendo domande cruciali sulla sacralità della vita e sul valore della riabilitazione. Ma cosa succede quando il "braccio della morte" si manifesta anche fuori dalle sbarre, negli affetti tossici e nel controllo psicologico? Questa è la storia intensa dell'epistolario tra Daniela Barone e Richie Rossi, un carcerato americano in attesa della sentenza capitale, che intreccia la riflessione sulla pena di morte con una personale battaglia per la libertà. Un racconto toccante sulla dignità, la speranza e la redenzione. Segue:  a.p.  COMMENTO. 1. Rifiuto etico e sacralità della vita (Daniela Barone - TESTIMONIANZA) ▪️ Non so se fu il film “ Dead Man Walking ” o il libro “ La mia vita nel braccio della morte ” di Richie Rossi a farmi riflettere sul tema della pena capitale; tendo a pensare che le vicende del carcerato americano abbiano determinato il mio rifiuto di una pratica che ritengo crud...

📱 Dipendenza da notifiche e paura di restare fuori: perdersi qualcosa è una gioia

(Introduzione ad a.p.). L’iperconnessione asseconda il bisogno di controllo sulle cose e alimenta l’illusione che tutto, sentimenti e informazioni utili, sia davvero a portata di mano. Ma genera ansia e dipendenza. Questo ciclo vizioso è alimentato dalla chimica del nostro stesso cervello. Perché non pensare ad una "disconnessione felice" scoprendo il gusto di una maggiore libertà e della gioia di perdersi qualcosa?

⛵ In balia delle onde, trovare rotta ed equilibrio nel mare della vita

(a.p. – Introduzione a Cristina Podestà) ▪️ La vita è uno “stare in barca”, dipende da noi trovare la rotta e l’equilibrio. E un po’ di serenità: come quando galleggiavamo in un’altra acqua. Nel ventre materno (Cristina Podestà - TESTO) ▪️La metafora del mare e della barca è piuttosto diffusa nella letteratura, a cominciare da Dante in tutte e tre le cantiche e relativamente a variegate sfumature dell'essere: Caronte, l'angelo nocchiero, il secondo canto del Paradiso; non sono che esempi di una molteplice trattazione del tema del mare e della navigazione. Joseph Conrad dice una frase molto suggestiva, che riprende proprio la similitudine della vita: "La nave dormiva, il mare si stendeva lontano, immenso e caliginoso, come l'immagine della vita, con la superficie scintillante e le profondità senza luce". Spesso è proprio cosi: la superficie è bella, solare, scintillante appunto ma, se si va sotto e si guarda bene, c'è il buio più profondo! La barca di Dante...

⏳ Natale e la tirannia del presente: riscoprire l’attesa

(Introduzione ad a.p.). Abbiamo perso il senso del tempo, limitato al presente precario e fugace: occorre riscoprire il valore dell’attesa e della speranza, che hanno un significato religioso ma anche profondamente laico. L’iperconnessione e la continua ricerca di stimoli ci hanno reso schiavi di una visione frammentata, incapace di guardare oltre l'orizzonte immediato. Il Natale, con la sua simbologia, ci offre un antidoto a questa tirannia. • La corruzione del tempo (a.p.) ▪️ Quanti di noi, ogni momento, sono intenti a guardare il proprio cellulare? Immersi nella connessione perenne, con tutti e tutto, e dunque con niente? C’è l’ingordigia di cogliere qualsiasi aspetto della vita corrente, nell’illusione di viverla più intensamente che in ogni altro modo. Un’abbuffata di notizie, video, contatti con chiunque, senza sensi di colpa per questo sperdimento continuo del nostro esistere. Questo è il sintomo di una società dominata dalla "paura di restare fuori" e dalla ricerc...