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Il diritto alla felicità

Come rendere la felicità alla portata di tutti


di Marina Zinzani

La Costituzione americana riporta che tutti gli individui sono dotati del diritto alla Vita, alla Libertà, e alla ricerca della Felicità. E’ un passaggio importante, questo della felicità.
Chiedersi cosa è la felicità è stato materia dell’uomo da sempre, ricerca di benessere, di realizzazione, di estasi, di assenza dal dolore.
Se la felicità si può intendere come assenza dal dolore, questa non è possibile, né realizzabile. Perché l’empatia verso gli altri fa sentire, condividere, i momenti oscuri, provoca una nota triste, facendo svanire la propria felicità. L’assenza di dolore personale è limitata nel tempo, è solitamente breve, poi un affanno, una preoccupazione, entrano nel proprio recinto. Bisognerebbe crearsi mura di cemento, non sentire, per avere un attimo di tregua. 
La ricerca della felicità è un diritto. Su questo c’è molto da soffermarsi, riportato alle emozioni. In una coppia, la ricerca della felicità di uno può coincidere nel provocare infelicità all’altro, un coniuge che trova appagamento in una nuova relazione, che si presenta come una ventata d’aria fresca,  rivendica un suo diritto alla felicità.
Ma i rapporti umani sono castelli di carte, spesso, più fragili di quanto si pensi, e una famiglia può sfaldarsi, svanire, dietro la rivendicazione legittima di un padre o di una madre. Rivendicazione legittima che è diventata negli anni sempre più preponderante, il motore di tante scelte.
Se si pensa solo a quarant’anni fa, la famiglia appariva nucleo difficilmente dissolvibile, una coppia rimaneva insieme pur non amandosi più, sacrificando quella ricerca della felicità in nome di un valore, con una forte impronta morale.
Nell’epoca attuale le relazioni subiscono l’assimilazione ad oggetti, i sentimenti sentono l’usura del tempo, come fossero appunto oggetti fuori moda, che hanno stancato, e si ricerca il nuovo, il cambio. Il cambio che coinvolge la vita di più persone, alla fine.
L’assenza del dolore è impossibile, la felicità è parola notevole ma misteriosa, il percorso di ricerca appare come bene dell’uomo, suo diritto. La parola ricerca ha qualcosa però di affascinante: la ricerca è cosa vitale, e bisognerebbe intendersi di sfumature, di momenti preziosi a cui non si è dato importanza, di racconti dei vecchi, di amicizia, di condivisione, di autoironia, di aspettative a portata di mano. Come una cena fra amici. Come piantare dei semi e vedere nascere delle piante. Felicità possibili. Continuative, alla fine appaganti.

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