Passa ai contenuti principali

Emily in Paris, l’avventura di una ragazza americana a Parigi

 Il viaggio tra culture diverse e nuove amicizie


di Marina Zinzani

“Emily in Paris” è una serie di Netflix che ha avuto molto successo. Racconta la storia di Emily, ragazza americana piena di entusiasmo che da Chicago approda a Parigi, lavorerà per un’agenzia pubblicitaria per un anno.
Un anno a Parigi, un evento unico da non perdere. Si scontreranno subito due culture: quella più tradizionale dell’agenzia francese, e quella americana così attiva sui social, quella dedita al lavoro come scopo di vita che lei sente, e quella del lavoro come necessità, ma la vera realizzazione, o felicità, sta altrove, dice un suo collega francese.
Due mondi, due culture, in un girotondo di esperienze, leggere, quasi magiche, una specie di Alice nel paese delle meraviglie, e Parigi appare una cornucopia in grado di offrire tutto: successo, incontri interessanti, l’amore.
E’ una fiaba, è un viaggio a Parigi anche per lo spettatore, sembra di esserci dentro, di essere in quei luoghi, ai Giardini del Lussemburgo, nei bistrot, nei tavolini all’aperto a guardare la gente che passa. Ah, Parigi! Ecco che tutto sembra illuminarsi, azzerarsi, si è proprio lì con Emily contagiati dal suo sorriso, dalla sua passione per ogni cosa che fa, niente sembra impaurirla, tutto può accadere.
E’ come una fiaba, certo, bisogna partire da questo. Non ci sono banlieue, gilet gialli, crisi economica, la vita reale è lontana, forse. E i francesi, attraverso diversi giornali, hanno criticato la serie considerandola troppo lontana dalla realtà. I francesi non si sono sentiti così, chiusi, snob, senza molta attenzione al lavoro, che amano prima di tutto divertirsi, anche amoreggiare senza pensarci troppo. Di fronte a questa descrizione quindi i francesi sono stati molto critici con questa serie.
Nel cinema si è spesso abusato di stereotipi. Anche gli italiani ne sono stati vittime più volte, la realtà rappresentata in tanti film non è quella reale.
Le cose però vanno prese anche con leggerezza, una volta tanto, e soprattutto ora che di leggerezza ce n’è molto bisogno. “Emily in Paris” è un viaggio della mente, accompagniamo questa ragazza nelle sue vicissitudini, allegre, col sorriso sulle labbra, e ci inebriamo un po’ della Ville Lumiere. Ne abbiamo bisogno, stereotipo o no. Abbiamo bisogno di sognare, anche se il ricordo, per chi c’è stato, oggi si riempie di nostalgia. Ma è una nostalgia dolce, perché speriamo di tornarci, di essere un poco Alice nel paese delle meraviglie come Emily. Dobbiamo crederci, che Parigi ci aspetta, Parigi, anche se solo per qualche giorno di vacanza, sarà nostra.

Commenti

Post popolari in questo blog

📰 Gli “anni di piombo”: Storia, memoria e l’intreccio del destino individuale

(Introduzione a Daniela Barone). Un viaggio intimo nella memoria degli “anni di piombo”, dove la Storia non è solo cronaca, ma destino individuale. L'autrice ci guida attraverso i momenti chiave del terrorismo italiano, dal dolore per l'omicidio Moro alla sorprendente coincidenza che lega la sua vita privata a una figura centrale della lotta al terrorismo. Un pezzo che dimostra come i grandi eventi nazionali lascino tracce indelebili e inattese nella vita di ognuno. (Daniela Barone - MEMORIA) ▪️ Gli “anni di piombo” sono un ricordo indelebile nella mia mente. Le Brigate Rosse avevano sconvolto il nostro Paese, non solo la mia Genova di giovane donna. Nel libro “ Che cosa sono le BR ” di Giovanni Fasanella e Alberto Franceschini che lessi nel 2004, mi colpì una frase di quest’ultimo: « Partimmo alla conquista di un nuovo mondo ma non ci rendevamo conto che, in realtà, aiutavamo a puntellare quello vecchio .» L’uomo, uno dei fondatori dell’organizzazione terroristica, rivela nel ...

🎞️ Fermo immagine n. 1 / Note di lettura

(Introduzione a PUNTO DI VISTA). In questi giorni abbiamo attraversato temi e riflessioni differenti. In questo " Fermo immagine" isoliamo alcuni spunti di lettura: una breve sosta dedicata ad alcuni passaggi recenti, per ritrovare il piacere di soffermarsi su un dettaglio prima di riprendere il cammino nel flusso del blog. ⚖️ La capacità di "decidere bene": il grande assente nella riforma della magistratura di Angelo Perrone. Una riflessione critica che sposta l'accento dalle procedure burocratiche al cuore della funzione giudiziaria: l'attitudine al giudizio. Un'analisi su ciò che le riforme attuali sembrano trascurare nel definire la professionalità del magistrato. 👻 Varosha e il vuoto: la città fantasma di Cipro come specchio interiore di Daniela Barone. Un viaggio tra le macerie e il silenzio di una città sospesa nel tempo. Il racconto fotografico e narrativo di un luogo abbandonato che diventa occasione per interrogarsi sulle assenze che abitano ...

📝 A gran salita gran discesa: la fatica e la caduta dopo il successo

(a.p. - Introduzione a Laura Maria Di Forti). Il proverbio di oggi: “ A gran salita gran discesa. ” La fatica che spesso accompagna il successo, ma anche la severa lezione che la superbia precede la caduta. Cosa ci riserva il futuro? La tradizione popolare italiana si è sempre espressa con proverbi e modi di dire, rimasti poi nella memoria comune. Oltre le apparenze, non sono una ingenua semplificazione della realtà con cui ci confrontiamo ogni giorno. Molto di più, uno sforzo per riflettere e capire. E magari scovare il bandolo della matassa. Interpretano sentimenti diffusi, traducono in poche battute concetti complicati, tramandano una saggezza solo apparentemente spicciola, qualche volta sono persino di aiuto per suggerirci le mosse opportune. Ci hanno consolato, ammonito, contrariato. Ce ne siamo serviti per affrontare momenti difficili e uscire da situazioni scabrose. Già pubblicati: Il mattino ha l’oro in bocca , Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco , Tra i due litiganti il t...

🎄 Addobbi di festa, e l’emozione di quel senso di vuoto

(a.p.) ▪️ Il rapporto con le feste, tra euforia e malinconia Addobbi floreali e tante candele. Composizioni che rallegrano ambienti e la tavola. Dalle più classiche a quelle ispirate alla natura invernale. Materiali di tendenza, colori alla moda. Una liturgia cromatica e sonora che non ammette sfumature. Il rosso ovunque, nelle cose e nell’abbigliamento, sino all’intimo, la sensazione di qualcosa che stordisce. È un vero e proprio bombardamento sensoriale e commerciale, un'imposizione a essere felici che, paradossalmente, può generare un senso di estraneità e una pressione psicologica insopportabile. L'oscillazione di sensazioni Le strade alternano assembramenti di gente alla ricerca spasmodica di regali, prima natalizi e poi epifanici, a vuoti improvvisi, silenzi martellanti, saracinesche fragorosamente abbassate, e tristi. Questa dicotomia riflette l'oscillazione interiore: il rumore collettivo cerca di coprire, ma non riesce ad annullare, l'eco del singolo. Magari ci...

📝 L'argine. Ricordi e nostalgia

(Introduzione a Maria Cristina Capitoni). C’è una corsa che ci portiamo dentro, troppo breve per lasciare il segno. Maria Cristina Capitoni riflette in versi sulla nostalgia del tempo, quando l'unica via è tornare indietro a quegli istanti felici solo nel ricordo. (Maria Cristina Capitoni - POESIA) ▪️ Quella corsa sull’argine fu forse troppo breve per lasciare il segno avrei dovuto correrla fino alla fine del fiato per non dover poi tornare indietro a quegli istanti felici solo nel ricordo scanditi in fretta per nascondere un dolore sordo.