giovedì 7 gennaio 2021

Emily in Paris

Netflix: l’avventura di una ragazza americana a Parigi, il viaggio tra culture diverse e nuove amicizie


di Marina Zinzani

“Emily in Paris” è una serie di Netflix che ha avuto molto successo. Racconta la storia di Emily, ragazza americana piena di entusiasmo che da Chicago approda a Parigi, lavorerà per un’agenzia pubblicitaria per un anno.
Un anno a Parigi, un evento unico da non perdere. Si scontreranno subito due culture: quella più tradizionale dell’agenzia francese, e quella americana così attiva sui social, quella dedita al lavoro come scopo di vita che lei sente, e quella del lavoro come necessità, ma la vera realizzazione, o felicità, sta altrove, dice un suo collega francese.
Due mondi, due culture, in un girotondo di esperienze, leggere, quasi magiche, una specie di Alice nel paese delle meraviglie, e Parigi appare una cornucopia in grado di offrire tutto: successo, incontri interessanti, l’amore.
E’ una fiaba, è un viaggio a Parigi anche per lo spettatore, sembra di esserci dentro, di essere in quei luoghi, ai Giardini del Lussemburgo, nei bistrot, nei tavolini all’aperto a guardare la gente che passa. Ah, Parigi! Ecco che tutto sembra illuminarsi, azzerarsi, si è proprio lì con Emily contagiati dal suo sorriso, dalla sua passione per ogni cosa che fa, niente sembra impaurirla, tutto può accadere.
E’ come una fiaba, certo, bisogna partire da questo. Non ci sono banlieue, gilet gialli, crisi economica, la vita reale è lontana, forse. E i francesi, attraverso diversi giornali, hanno criticato la serie considerandola troppo lontana dalla realtà. I francesi non si sono sentiti così, chiusi, snob, senza molta attenzione al lavoro, che amano prima di tutto divertirsi, anche amoreggiare senza pensarci troppo. Di fronte a questa descrizione quindi i francesi sono stati molto critici con questa serie.
Nel cinema si è spesso abusato di stereotipi. Anche gli italiani ne sono stati vittime più volte, la realtà rappresentata in tanti film non è quella reale.
Le cose però vanno prese anche con leggerezza, una volta tanto, e soprattutto ora che di leggerezza ce n’è molto bisogno. “Emily in Paris” è un viaggio della mente, accompagniamo questa ragazza nelle sue vicissitudini, allegre, col sorriso sulle labbra, e ci inebriamo un po’ della Ville Lumiere. Ne abbiamo bisogno, stereotipo o no. Abbiamo bisogno di sognare, anche se il ricordo, per chi c’è stato, oggi si riempie di nostalgia. Ma è una nostalgia dolce, perché speriamo di tornarci, di essere un poco Alice nel paese delle meraviglie come Emily. Dobbiamo crederci, che Parigi ci aspetta, Parigi, anche se solo per qualche giorno di vacanza, sarà nostra.

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