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Resistenza: come foglie d'autunno

di Vittorio

(ap) Vittorio, come si firma senza aggiungere altro, ha inviato la sua riflessione sul 25 aprile. Ha chiesto umilmente che venissero riscritti i suoi ricordi e le sue emozioni con parole, così si è espresso, più “consone”.
Ma le frasi che ha raccolto su un pezzo di carta non richiedono correzioni: vengono dal cuore, dalla storia di una vita. Dai sentimenti del passato, mai dimenticati, e ancora presenti oggi tra noi.

Le sue note scuotono l’anima riportandomi alla fanciullezza, a quando dignità, onore, speranza e fratellanza, con i suoi valori, erano le uniche ricchezze che scaldavano il cuore. Le parole della canzone Bella Ciao, inno contro gli oppressori del passato (e del presente). Quelle note ridestano ricordi di un tempo lontano legato al sacrificio dei partigiani. Che si sono immolati per un mondo migliore. L’esempio sia di monito per fare si che la storia non si ripeta. 
Divulgo ciò che penso nella speranza che persone colte possano estrapolare il meglio dai miei commenti e completarli con parole più consone.
La stagione dei sogni passa in fretta, come la gioventù. I problemi della vita quotidiana (rispetto a chi ci governa) prendono il sopravvento.
Quando diventi uomo, accantoni i sogni dando priorità alle responsabilità della vita quotidiana. E i sogni (d’infanzia) vengono riposti nello scrigno dei ricordi; il tempo passa veloce. Ti ritrovi vecchio con i tuoi ricordi, apri lo scrigno e ti accorgi che è vuoto.
Come le foglie d’autunno, il vento li ha portati con sé. I sogni sono echi del passato che tornano sotto forma di immagini riflesse in frammenti di specchio. Riuniti dalla clessidra del tempo. Fantasie di gioventù che la realtà della vita ha ucciso. I sogni? Sono solo pulviscolo che la tempesta della vita sparpaglia nel cielo. Lasciandoli al giudizio dell’anima.

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