domenica 4 settembre 2016

Lettera per Nina

(ap) Ciao Nina, dovunque tu sia e, se puoi farlo, torna sui tuoi passi, ti aspettiamo. Alcune persone, di cui ti fidavi e per le quali magari provavi affetto e riconoscenza, improvvisamente sono state cattive con te, ti hanno fatto credere che avresti fatto una passeggiata, che avresti visto un posto nuovo dove correre e divertirti come non era mai accaduto prima.
Poi c’è stato, da parte di quegli sciagurati, un gesto improvviso e cattivo: sei rimasta gravemente ferita dopo quel gesto. Non si sono preoccupati di nulla, né di tè né degli altri passanti.
Essi, con quel gesto e dopo di esso, ti hanno lasciato agonizzante sulla strada, e tu hai rischiato persino di morire brutalmente, investita da qualche auto di passaggio.

Alcune persone buone ti hanno visto però; ti hanno soccorso e curato, portandoti in un luogo sicuro, ma eri molto scossa, abbiamo visto tutti  il tuo sguardo sempre impaurito. Non riuscivi a guardare in faccia quelli che ti avevano aiutato, né a manifestare il tuo sollievo e la tua gioia. Lo sguardo era sempre rivolto altrove, quasi cercassi ancora le persone con le quali eri stata in precedenza, chissà se ti sei chiesta il perché di tanta perfidia, il motivo per cui delle persone amate possono diventare di colpo tanto cattive e prive di riconoscenza.

Sei rimasta poco tempo nel nuovo luogo, pur sicuro; sei scappata all’improvviso senza una ragione; lì ti accudivano, dopo aver curato le ferite; ti davano delle carezze; ti aiutavano ad uscire dall’incubo. Eppure, nulla di tutto ciò è bastato. Sei scappata da lì, una notte, mentre eri sola, addirittura a forza, riuscendo a trovare una strada per andartene. Non hai creduto che ci fosse ancora per te un affetto, forse hai immaginato che quella fosse una punizione ulteriore, hai creduto di trovarti in una prigione, oscura e pericolosa, e non in un luogo dove poter rinascere nell’affetto di altri. Così, te ne sei andata, cercando libertà, senza vincoli e costrizioni, come fossi un’aquila nel cielo.

Abbiamo compreso perché sei fuggita, la paura è stata troppo forte, lo spavento è stato immenso, magari eri stanca di subire maltrattamenti, così non hai creduto che per te ci potesse essere ancora un po’ di amore. Però, ora torna indietro, ti aspettiamo.


PS. Nina. Chissà qual era il suo nome. Così, però, è stata soprannominata una cagnetta trovata, gravemente ferita, un giorno, sulla superstrada FI-PI-LI. Qualche sciagurato l’aveva gettata dal finestrino di una macchina in corsa, come se fosse un rifiuto di cui sbarazzarsi in fretta. Chissà qual è stato il motivo di quel gesto. Alcuni viaggiatori hanno raccolto la cagnetta, le hanno prestato soccorso e l’hanno condotta in una struttura che accoglie cani abbandonati in vista di affidarli a chi li possa amare. Una mattina, non hanno più trovato Nina. Nella notte, aveva addirittura rotto la rete di recinzione ed era scappata via. Chissà dove.

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