mercoledì 29 maggio 2019

Ascoltare favole

Foto Tgcom24-Mediaset
Non è tempo di favole, come quelle che si ascoltano nel dibattito politico

di Paolo Brondi

Ascoltare favole, magari al calore di un ceppo acceso e nella suadente atmosfera della voce del nonno è un messaggio d’amore e di consolazione per nipoti e adulti. Ma favole che vengono tessute  e ritessute nelle varie campagne elettorali, pregne di ridondanti promesse e, talvolta, umilianti e perverse polemiche, sono un abbruttimento non solo della mente, ma di tutta la persona.
Così si giunge alle scelte di oggi, ma per l’avvenire sarebbe necessario ripensarle. Ricordate la metafora di Machiavelli, scritta a Guicciardini nel maggio 1521?
“/Quegli cittadini/ vorrieno un predicatore che insegnasse loro la via del Paradiso, io vorrei trovarne uno che insegnassi loro la via di mandare a casa il diavolo; vorrebbero appresso che fosse huomo prudente, intero, leale; io ne vorrei trovare uno più pazzo che Ponzo, più versuto che fra Gerolamo, più ipocrita che frate Alberto, perché mi parrebbe una bella cosa degna della bontà di questi tempi che tutto quello che noi abbiamo sperimentato in molti frati, si esperimentasse in uno, perché io credo che questo sarebbe il vero modo ad  andare in paradiso, imparare la via dell’inferno per sfuggirla”.

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