di Marina Zinzani
Da una vacanza si richiede soprattutto rigenerazione. Si prova una sottile invidia per la collega tornata dalle ferie, è sorridente e sembra ringiovanita, in gran forma. Le sue parole lo confermano: “Mi sono proprio rigenerata, è stato tutto bellissimo!”.
Poi si considera il periodo, luglio o agosto, e si pensa al traffico, alla fila interminabile di auto al casello dell’autostrada, alla spiaggia superaffollata, ai bambini che strillano fra gli ombrelloni e nei giochi appositi per loro.
Ma comunque così vicini agli ombrelloni che si assiste impotenti a questa invasione sonora, non arginata minimamente dai genitori. Il mare, i bagni, i giochi in spiaggia: è il mondo dei più piccoli e quindi sembra giusto così, loro sì che si divertono.
La ricerca del riposo e della rigenerazione non è cosa semplice. Ci si dovrebbe discostare da quello che si è, abbandonare i propri pensieri a casa, la propria identità in qualche mondo, per cogliere le amenità di un ambiente nuovo con altre persone, altro cibo, altre abitudini.
Si richiede ad un libro, messo in valigia, un momento di evasione. Anche al menu di un albergo si richiede leggerezza e gusto, con qualche piatto che stupisca e da fare anche a casa. Si richiede un miglioramento del proprio corpo attraverso l’esposizione al sole, bagni in mare o in piscina, e magari lunghe camminate.
Spesso queste cose non si trovano. Non si è messo in valigia il libro che emozioni, che catturi così l’interesse da non vedere l’ora di leggerlo. Facile cadere nella noia, dopo avere letto i quotidiani, se non nell’angoscia. Il cibo in albergo può offrire nuovi sapori, ma anche rivelarsi non così gustoso e appagante.
Il sole, intenso e bruciante, con un clima molto umido, può portare più malessere che benefici. E la mamma potrebbe invalidare dopo un giorno a casa tutto ciò che di buono ha preso dalla vacanza: i lavori incombono subito al rientro, già dal disfare le valigie e sistemare tutto quanto. Stress, altro stress dopo aver cercato di combatterlo fino al giorno prima.
Forse chi si rigenera va in montagna, in un luogo silenzioso, con poche persone attorno. O va in una città d’arte dove tante cose sembrano ostili, città invase dai turisti, ma la bellezza di una chiesa, di un palazzo, di opere meravigliose di un museo portano ad un’onda benefica per il cervello. Anche l’anima ha bisogno di nutrimento. E nutrendola con la bellezza si rigenera, indubbiamente.
Il tema della rigenerazione legata alle vacanze è pieno di sfumature, di chiaroscuri. Intanto bisognerebbe farsi vuoti e vedere con occhi nuovi lo scenario di vacanza che abbiamo davanti. Il mare, i bagnanti, i bambini gioiosi in acqua, anche i loro strilli in quei primi approcci con le onde, in braccio ai genitori.
Un’immagine poetica che riporta a certi film francesi, o ai ricordi della propria infanzia, o a nulla, a vivere solo quel momento lì, davanti al mare, privilegiato. Quel sentirlo privilegiato permette di viverlo intensamente.
E’ con questi occhi che si può catturare qualche particella di rigenerazione. Un momento poetico che alla fine risalti su tutto, in grado di portare vigore, freschezza e un po’ di piacevole abbandono alla nostra identità.
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