(Angelo Perrone) La straordinaria ascesa di Sara Curtis nel mondo del nuoto, coronata da record nazionali e finali mondiali, non è un semplice risultato sportivo. Di fronte a reiterati commenti razzisti, la sua reazione è stata una lezione di educazione civica, in un'epoca in cui il concetto di "italianità" viene spesso distorto e sbandierato in maniera aggressiva e divisiva.
A soli 18 anni, con la maturità appena conseguita e un futuro accademico e sportivo negli Stati Uniti, Sara ha risposto agli hater con una fermezza pacata e illuminante. Di fronte a chi le contesta i record in quanto "nigeriani" per via delle sue origini materne, lei ribatte con eleganza: «Sono frasi che mi fanno ribrezzo. Questi signori dovrebbero sfogliarsi la Costituzione, sapere che tra i requisiti per avere la cittadinanza c’è quello di avere almeno un genitore italiano. Essere nata da due culture diverse è il mio grande arricchimento.»
Queste parole, più di una difesa personale, sono un'affermazione dei principi di libertà e uguaglianza scritti nella nostra Costituzione. Dimostrano maturità e consapevolezza oltre la giovane età. Sara incarna l’essenza dell'essere italiani: non un'origine univoca e immutabile, ma un'identità plurale, aperta, capace di integrazione e arricchimento reciproco.
La compostezza di fronte all'odio, la capacità di trasformare un attacco in un momento didattico, è un insegnamento prezioso. In un contesto dove tanti a proposito della "italianità" usano toni urlati e intolleranti, Sara Curtis mostra un altro volto, quello di un'Italia che eccelle non solo nelle vasche, ma nella lucidità intellettuale e nel profondo rispetto della Costituzione. È una testimonianza di come la forza dei principi e la dignità personale possano vincere la meschinità e l'ignoranza.
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