sabato 13 maggio 2017

Non guardo a terra


Perdersi nel buio, il fardello dei giorni

di Maria Cristina Capitoni

Finito finito finito
ti prego è finito,
ingresso in un tubo piegato
credendo a tutto ciò che non vedo,
fosse ancora un moto d'anima
a cambiar l'idea, la realtà.
L'incrociarsi occulto e sempre più oscuro
di eventi, ora estranei
ora stranamente familiari
da far si che sia io a non conoscermi più.
Un gioco un teatro un percorso logico
e logicamente tragico
e sopra nuvole nuvole nuvole
soffiate dal pensiero
tramutarsi in gocce che pioggia non sono
ma lacrime, pianto, a volte disperato
altre sommesso e rassegnato.
Quanto ancora il giorno sopporterà il fardello
quanti giorni ancora in ballo
cumuli di attesa disattesa puntualmente.
Io non guardo a terra, non ci guardo
perché il vero mi fa male,
io sorvolo e lascio andare,
io cancello se c'è ansia,
io non provo alcun dolore
e poggio un piede a terra
poi l'altro lentamente.
E’ mattina il sole è alto
non alzarti, non sei più niente.

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