venerdì 20 settembre 2019

L'oleandro

I risvolti negativi della bellezza, nell’amicizia, nell’estetica, nella natura: ma il brutto può nascondere delle perle

di Marina Zinzani

Se ti fai un infuso di oleandro puoi andare incontro a una bella intossicazione, non tutto quello che sembra così bello fa bene.
Ascoltare i consigli delle nonne, smentire Plotino, non è vero che il bello è buono, il bello può fare male, molto male. Vallo a dire a quello che ha lasciato famiglia perché Cupido è sceso un giorno e gli ha mostrato una donna, giovane, bella, avvenente, e voila! Tutto svanito, il passato, i figli, la moglie, tutto abbandonato per il bello sublime raccontato dai poeti, l’amore, quello incontrato una volta o due nella vita!
Il bello era buono? No. Lui ora è stato lasciato e vive in una casa da solo, vai a sapere.
L’amicizia più vicina, più gentile, più comprensiva può rivelare un giorno, attraverso una parola sfuggita, una mezza parola, una parolina, una punta d’invidia che non ti aspettavi.
Un abito che si presenta bene può dare dopo qualche ora la sgradevolezza del sintetico.
E allo stesso modo le piante che crescono nel fango, vedi il fiore di loto, può dare fiori bellissimi che si aprono alla luce, rigogliosa bellezza impensata, se si fosse guardato l’acqua salmastra prima che il fiore sbocciasse.
La mano rugosa di un barbone può condividere un momento di verità come pochi, che neanche il migliore amico ti ha saputo dare.
I libri polverosi hanno verità, sono antichi, classici li chiamano, sì, forse, ma è nascosta lì l’emozione ricercata, quella frase che serve, che accomuna, tragitto che qualcuno ha passato prima di te e che l’ha raccontato, scritto. E non è un bestseller ora, non è negli scaffali, non è di moda.
I fiori di oleandro sono velenosi, lo sapevi?

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