mercoledì 26 febbraio 2020

Pretese di re

Terre e beni,  a decoro e soddisfazione del reame: altri tempi?

di Bianca Mannu

C’era una volta un re
assiso nel suo seggio
che tanti sudditi aveva
secondo il suo retaggio
Per ogni dì – sua Fé -
dell’anno pretendeva
che il frutto del lavoro
gli fosse dato a omaggio
La terra a suo decoro
sua l’acqua che pioveva
e ogni pianta portentosa
con l’erba tutta quanta
di pinte corolle doviziosa
Suoi i muschi ed i licheni
e quanto il suolo ammanta
Tutti erano suoi beni!
Persino rocce e sassi
e i pesci con gli uccelli
insetti  magri e grassi
vermi serpi e pipistrelli
Proclamava il sovrano pio :
“Questi son doni di Dio.
Egli ha deciso un po’ d’acchito
imperscrutabilmente
che li amministri io
sovranamente
per il mio tempo avito
Così e mai altrimenti
ha deciso e sancito
l’Autore delle genti
Prima ha estratto me
dalla schiatta migliore
ultimo impastato ha te
ché il fango era peggiore
Ti fece simile a me
ma di “crozza” contadina
perciò  deve piegarsi al re
l’anima tua meschina”.

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