Cosa lontana

Il fascino di quella stella


di Giorgia Deidda

Lenti ci dirigemmo verso il fiume;
tu mi tenesti la mano flebile e gigliosa,
e io ti dissi: “rimani con me stanotte, le stelle si avvicinano.”
Ci stendemmo sul bianco tepore e ci guardammo negli occhi, 
spirali di morte in cui io annegavo.
Tu mi dicesti soltanto: “guarda quella stella laggiù, sembra stia per morir,
in me si chiude un silenzio ambiguo”;
Se parla s'investe di pura certezza,
un inerte stupore.
La pallida levità di fronte alla gelida ed intatta mano
avverte bagliori di tenebra e s'attenua a poco a poco.
Si sfiora e si sfigura, immobile, nel ricordo.
Capii che non ero più polvere ma
disegno concreto di cose lontane.

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