giovedì 13 gennaio 2022

Quirinale, l'incognita delle elezioni

Un disegno, dietro tanti scenari?


(Angelo Perrone) Cosa rende così avvincente l’elezione del presidente della Repubblica? La domanda attraversa le cronache, mentre mancano pochi giorni alle votazioni per la corsa al Quirinale. Pagine e pagine sono dedicate al tema. Ogni partecipante alla partita è osservato, studiato.
Ma l’argomento si fa strada anche nelle conversazioni private, tra le preoccupazioni per i contagi in aumento, la frequenza scolastica dei ragazzi, le nuove regole da osservare. Una questione così rilevante forma oggetto di commenti, interrogativi, annotazioni di costume.
In tanto interesse collettivo permane un paradosso: i cittadini non sono direttamente coinvolti nella scelta come avviene in altri paesi, la Francia ormai vicina anch’essa a questa scadenza (Macron rieletto?) oppure gli Stati uniti, con la vittoria di Biden su Trump. Tuttavia le elezioni presidenziali sono aderenti all’esercizio della sovranità democratica, sia pure per via indiretta.
Sono troppi gli scenari possibili. Ruotano intorno alle trattative per la corsa al Colle ma anche ai destini della legislatura e alla vita del governo Draghi. Se il premier va al Quirinale, che ne sarà del governo e della sua contraddittoria maggioranza?
Dietro il rosario di nomi, la litania delle intenzioni, e gli appelli accorati (Mattarella bis), si nascondono contorsioni che fanno girare la testa. E pure naturalmente interessi di bottega. Con l’eventuale conclusione della legislatura per il passaggio di Draghi al Colle, gran parte di deputati e senatori perderà il posto per il taglio dei parlamentari.
Nel risiko dell’elezione, nessuno è in grado di dare davvero le carte e di condizionare il gioco. A condizionare le votazioni saranno manovre e veleni, sotterfugi, contrasti personali e interessi elettorali. Ci sarà spazio per sotterfugi. Quanti saranno pronti a violare gli ordini di scuderia, disposti al tradimento come al tempo di Prodi?
Intanto non esiste un disegno trasparente, che indichi obiettivi, percorsi e figure sostenibili, ma nemmeno è percepibile una regia occulta. Il rischio è che si vada alla cieca almeno nelle prime votazioni, quando conteranno gli assestamenti di base. 
Prima del gioco vero ci saranno spiegamenti esplorativi, segnali di fumo, preparativi. Contiamoci intanto. Verifichiamo di quanti voti disponiamo. Guardiamo gli altri, come si muovono. Un quadro equivoco accompagna il momento e condiziona le mosse urgenti. La partita del Quirinale purtroppo frena anche tutti i dossier più caldi, dal fisco alla riforma del Csm, ai progetti per gestire le risorse del Pnrr. Temi caldi per ora in stand by.

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