venerdì 15 dicembre 2017

Ci servono guardiani?

Nel passato, molti esempi di riforme nel segno di un'apparente “democrazia”, che nascondono invece forme di arbitrio a danno del popolo: la storia dovrebbe servirci ad evitare nuovi errori. Anche in campagna elettorale

di Paolo Brondi

Le storie non vivono mai solitarie: tutto si ripete, tutto ritorna, ma sempre con nuovi significati. L'utilità della storia e degli storici sta nel presentarci cose che possono rivelare il loro senso a distanza di migliaia di anni. Così, nel mondo antico scopriamo eventi e interpreti di una realtà che si sarebbe rinnovata più di duemila anni dopo.
Esemplare è la vicenda di Sparta ove, in pochi anni per opera di Licurgo, avvenne una trasformazione della storia politica il cui eco giunge fino a noi. La sovranità passò da una coppia di re, forma arcaica e oscura, ai cinque efori, forma nuovissima di potere assoluto, camuffato da magistratura.
La modernità temeraria dell'impresa era tanto maggiore in quanto si fingeva di lasciare intatte le forme esistenti. Non c'era bisogno di tagliar la testa ai re. Sarebbero rimasti in carica, ma svuotati di potere. Gli efori divennero supremi supervisori e "guardiani": divennero occhi vigilanti dall'alto. Quella trasformazione, che avrebbe continuato a compiersi per secoli, sino a oggi, si era realizzata a Sparta nel minimo di tempo con il minimo sforzo.
Si trattava solo di evitare che tutto questo fosse percepito dall'esterno. Tutti dovevano continuare a credere agli innocui aneddoti sulla disciplina, il coraggio, la frugalità spartana. Ma ad occhi attenti ciò che era avvenuto non poteva sfuggire. Lo svelò Platone che nei guardiani vide coloro in cui si concentra il potere assoluto. Erano loro quei grandi sofisti a cui aveva accennato Socrate nel Protagora, coloro che usavano la sofistica non già per inneggiare la loro gloria, ma per celarla.
Erano inoltre primo esempio di un potere totalmente empio. Aggiunsero, infatti, ai molti culti uno nuovo, cui erano profondamente devoti. Eressero un tempio alla paura, vicino alla mensa comune. Non la onoravano come un demone tenebroso da tenere a bada, ma perché ritenevano che lo stato si mantenesse soprattutto grazie alla paura.
La storia si ripete e non è difficile individuare quanti siano oggi pari agli antichi sofisti nel condurre campagne elettorali.

2 commenti:

  1. ....ma pensa, ero convinta , nella mia profonda ignoranza, che la strategia della tensione l’avesse inventata (k)Cossiga...ed invece scopro che era solo un mero emulatore ...

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