sabato 5 febbraio 2022

Drusilla, come far sorridere

Grazia e ironia nel monologo di Sanremo


di Laura Maria Di Forti

Terza serata di Sanremo. Scende le scale Drusilla Foer. Sicura di sé ma emozionata. Bella nonostante non sia certo nel fiore degli anni, la capigliatura bianca lasciata morbida, leggera come piume al vento. Anche elegante nella mise quasi severa che la fa apparire diva anni ’50. Periodo d’oro in cui le eccentricità di bassa lega erano impensabili.
E io mi sono detta: ecco una donna vera, vorrei tanto essere come lei. E poi ha parlato: ah, la voce! L’ho sempre trovata particolare, certo, ma calda, adatta alle parole che per tutta la serata ha pronunciato. Mai una di troppo, mai volgari, sempre, invece, dritte al punto con delicatezza, quella che purtroppo manca a tanta, troppa gente.
Ha detto cose vere, piccole verità che dovrebbero fare riflettere tanti di noi, e le ha dette con garbo, con misura, le ha dette in un modo che nessuno potrebbe contestare, dissentire o anche solo storcere il naso.
Drusilla Foer ha presentato con grazia, ironia, ha lanciato anche qualche battuta quando è stata provocata, parlando di mancanza di cultura laddove qualcuno ha creduto di far ridere alludendo a quel “qualcosa in più”. I sotterfugi sono sempre espedienti miserevoli!
Ha fatto spettacolo, qualche battuta lanciata per far sorridere e sdrammatizzare. Il travestimento di Zorro è stata una genialata: lei sa benissimo di essere in una posizione precaria, di esserlo perché qualcuno di noi non la vorrebbe in televisione, proprio lei che, diversamente dalla stragrande maggioranza di comici, intrattenitori e attoruncoli, non si serve di mezzucci e di volgarità.
Tutto ciò che dice è filtrato dal buon gusto e dall’intelligenza che prende le mosse non solo dalla cultura ma anche dalla grazia, dote che forse, in questi ultimi anni, è stata dimenticata. Alcuni cantanti che sono scesi dal palco dovrebbero prendere esempio da Drusilla ma, si sa, non a tutti è concessa la fortuna di possedere decoro e misura.
Il suo monologo è stato vero e delicato insieme, è stato rivelatore di un animo che ha sofferto ma che ha saputo anche riscattarsi con ironia, intelligenza, con buon senso e una grande generosità di cuore.
Avrei dato più spazio a Drusilla ma, forse, è stato meglio così. Ci ha salutato lasciandoci il desiderio di rivederla presto in televisione.

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