domenica 20 febbraio 2022

Il dio dell'inquietudine

di Marina Zinzani
(Introduzione di Angelo Perrone)

(Angelo Perrone) Perché “altri dei”? Secondo il mito greco, tante divinità abitavano sulla vetta del monte Olimpo. Un luogo coperto di neve, tra dense nuvole, nascosto agli occhi degli umani, perciò misterioso e sfuggente.
Governavano il mondo a piacimento. Il loro volere era mutevole, misericordioso e irascibile. Difficile intuirne il senso. Andavano blanditi, per averne aiuto o minor danno.
Con le macerie del mito è rimasto solo un eco lontano e intenso, a turbare l’animo umano. Gli dei dell’Olimpo, diventati ormai “altri”, sopravvivono nelle infinite sfumature dei sentimenti umani. Marina Zinzani prova ad esplorarli in questi testi.
La prima serie comprendeva: “Il dio della verità”, “Il dio delle passioni”, “Il dio della guarigione”, "Il dio della speranza", “Il dio della nostalgia”, “Il dio dell’invidia”, “Il dio della rinuncia”, “Il dio della fortuna”, “Il dio del successo”, “Il dio della sottomissione”, “Il dio del rimpianto”, “Il dio del sospetto”, “Il dio della solitudine”, “Il dio della malinconia”, “Il dio del denaro”.
Pubblichiamo la seconda. Dopo “Il dio del disincanto”, ecco “Il dio dell’inquietudine”

Ha una particolarità, il dio dell’inquietudine: non sa darsi pace, di nulla. È sempre preoccupato per qualcosa, per qualcuno, pur abitando in un luogo, assieme agli altri dei, in cui ci sono molte meno incombenze di quelle degli uomini.
Ha sonni agitati, e una fortissima sensibilità, quasi un sentire in anticipo le cose. Un giorno, stanco di essere un po’ deriso dagli altri dei per questo suo non godersi il meglio della vita, è sceso fra gli uomini, influenzandoli.
E così persone che erano tranquille, quando si avvicina sotto mentite spoglie, diventano improvvisamente apprensive, e dei motivi per esserlo ce ne sono sempre per gli uomini. Ad alcuni comunica il dono della preveggenza, dei sogni premonitori, ma dato che questo spesso coincide con l’intuire in anticipo degli eventi negativi, l’inquietudine investe i malcapitati, generando in loro un senso di paura, di impotenza: qualcosa di brutto accadrà.
Fa guai in mezzo agli uomini, gli dei invece si sentono sollevati quando sono lontano da loro, non vogliono subire le sue paure continue. Che vada in mezzo agli umani a fare danni!
Ecco, il dio dell’inquietudine, che ha avuto questa natura di cui spesso si dispiace, non vuole fare del male di proposito, è un dio solitario, che sa, che sente, quello che di brutto può accadere. Estremamente pauroso. Gli uomini sono influenzabili da lui, e così il danno è fatto. La paura rende i loro giorni negativi, anche se qualcosa di brutto non è accaduto, né accadrà.

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