mercoledì 23 febbraio 2022

Il dio della rinascita

di Marina Zinzani
(Introduzione di Angelo Perrone)

(Angelo Perrone) Perché “altri dei”? Secondo il mito greco, tante divinità abitavano sulla vetta del monte Olimpo. Un luogo coperto di neve, tra dense nuvole, nascosto agli occhi degli umani, perciò misterioso e sfuggente.
Governavano il mondo a piacimento. Il loro volere era mutevole, misericordioso e irascibile. Difficile intuirne il senso. Andavano blanditi, per averne aiuto o minor danno.
Con le macerie del mito è rimasto solo un eco lontano e intenso, a turbare l’animo umano. Gli dei dell’Olimpo, diventati ormai “altri”, sopravvivono nelle infinite sfumature dei sentimenti umani. Marina Zinzani prova ad esplorarli in questi testi.
La prima serie comprendeva: “Il dio della verità”, “Il dio delle passioni”, “Il dio della guarigione”, "Il dio della speranza", “Il dio della nostalgia”, “Il dio dell’invidia”, “Il dio della rinuncia”, “Il dio della fortuna”, “Il dio del successo”, “Il dio della sottomissione”, “Il dio del rimpianto”, “Il dio del sospetto”, “Il dio della solitudine”, “Il dio della malinconia”, “Il dio del denaro”.
Pubblichiamo la seconda. Dopo “Il dio del disincanto”, “Il dio dell’inquietudine”, ecco “Il dio della rinascita”

E’ un dio minore, vive appartato, è una creatura fragile. Sua madre gli diede dei doni, e lui sa quanto siano importanti, sa che deve regalarli agli umani, come semi pronti a fiorire, sa che questi semi valgono ben più di monili e gemme preziose.
Sa che deve andare nei luoghi dove c’è la sconfitta, dove si è perduta la speranza, dove l’aria è irrespirabile, dove ci sono state urla, dove si cammina sul fango, e lì deve gettare i suoi semi, un seme per ogni umano che si è perduto e vaga sconsolato.
L’indomani, o entro pochi giorni, l’umano si alza al mattino con un pensiero diverso, spesso la notte ha fatto un sogno particolare, diverso dai soliti, e guarda al nuovo giorno con una misteriosa fiducia che prima non aveva. Fiducia in sé stesso, nella possibilità di farcela. 
Allora guarda fuori, e lo stesso panorama che il giorno prima appariva grigio ora appare diverso, come se ci fosse qualcosa di nuovo nell’aria. Forse gli scoppia una rabbia repressa, forse piange, ma tutto appare ora liberatorio, come se dovesse togliersi tossine che gli rendevano impossibile vivere.
Nel giro di poco tempo l’umano ha conquistato una forza misteriosa, sente che può farcela. Tutto il resto arriva a catena, come se un’impronta buona avesse mutato improvvisamente la sua realtà.
È il seme magico del dio della rinascita che è germogliato. Il dio arriva, pieno di dubbi, fragile come cristallo, ma i suoi doni hanno un potere immenso.

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